Corriere della Sera 25/07/15
Fiorenza Sarzanini
La materia è
complessa, sempre foriera di scontri. Perché quando si discute di
intercettazioni il dibattito diventa rovente, c’è sempre il
sospetto che alla fine il vero intento sia la censura. E così capita
che anche quando il Parlamento è chiamato a discutere di materia
analoga, ma molto diversa da quella degli ascolti effettuati per
ordine dei giudici, si crei confusione, rischiando di combinare
pasticci. Proprio come accaduto due giorni fa, al momento di
approvare in commissione alla Camera l’intero pacchetto di riforma
del processo penale. Può darsi che sia giusto, oltre che lecito,
prevedere il nuovo reato di «registrazione fraudolenta». E
ovviamente il Parlamento ne ha tutto
il diritto. Ma se nel giro
di un giorno per un emendamento presentato da qualche settimana,
licenziato e dunque evidentemente ritenuto giusto, viene poi
specificato che dovrà essere cambiato in due punti al momento della
discussione nell’Aula di Montecitorio, evidentemente qualcosa non
va. E forse quelle «migliorie» che rendono più chiara la norma
potevano essere introdotte prima. Evitando polemiche e confusioni che
non fanno bene al dibattito parlamentare e nemmeno a quello pubblico.
Tanto più in un settore che — grazie a trasmissioni televisive,
radiofoniche e online di grande successo — ha ormai a che fare con
il diritto di cronaca e di essere informati. Specificare che dalla
punibilità potranno essere esclusi i giornalisti e tutti gli altri
professionisti può aiutare a chiarire gli intenti del legislatore;
così come l’aggiunta che saranno colpiti i comportamenti tesi
«soltanto» a danneggiare la reputazione o l’immagine altri. Ma
suona comunque stonata una previsione di pena fino a 4 anni di
carcere. Addirittura intimidatoria, dopo che — al momento di
discutere sulla pubblicazione delle intercettazioni — la
maggioranza dei politici si era detta contraria a una misura così
drastica e aveva promesso una «battaglia di libertà». Non servono
eroismi per affrontare materie tanto spinose, basterebbe la coerenza.
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