Corriere della Sera 22/07/15
Marco Gasparetti
Sfiduciata, dai compagni di partito.
Che non hanno fatto un passo indietro, «duri e puri» contro il loro
sindaco, Sara Biagiotti, una delle «ragazze del camper di Renzi»,
primo cittadino da appena un anno e presidente dell’Anci toscana.
La mozione di sfiducia, presentata da 13 consiglieri comunali, tra i
quali 8 del gruppo pd di Sesto Fiorentino, è stata approvata ieri
con 16 voti favorevoli e 5 contrari al termine di un consiglio
comunale bollente e velenoso durante il quale non sono mancati
momenti di tensione, urla da stadio, insulti e minacce del presidente
dell’assemblea di far sgombrare l’aula dal pubblico e procedere
alle votazioni a porte chiuse. Adesso Sesto sarà commissariata per
alcuni mesi, poi nel 2016 le nuove elezioni ridisegneranno la
politica cittadina e soprattutto i dem locali. Sesto Fiorentino è un
comune di 50 mila abitanti. Ma politicamente ha sempre avuto una
valenza da grande città per la sinistra Toscana. Hinterland di
Firenze, la città del premier Renzi, ha eletto il primo sindaco
socialista della storia della regione ed è stata la roccaforte
inespugnabile prima del Pci, poi dei Ds e infine del Pd. Dunque la
mozione è stata un pugno allo stomaco per i dem toscani. Che già
stanno preparando l’espulsione degli 8 ribelli. «Che oggi (ieri,
ndr) hanno dimostrato d’essere indegni di stare del nostro
partito», ha detto il segretario regionale e deputato Dario Parrini.
Eppure i democratici avevano fatto di tutto per fermare il «fuoco
amico» sul sindaco Biagiotti, avevano anche inviato un commissario,
Lorenzo Becattini. E il parlamentare dem aveva cercato un’apertura
con i ribelli, parlando di un rimpasto di giunta. Poi erano arrivate
le dimissioni dell’assessore al bilancio Luca Eller Vainicher,
inviso dai contestatori, e un accordo sembrava vicino. Nulla da fare,
gli 8 consiglieri non hanno arretrato di un millimetro e ieri hanno
votato contro il sindaco. I motivi? Soprattutto due: il nuovo
aeroporto di Firenze, inviso da molti comuni della piana fiorentina,
Sesto compreso, e la costruzione dell’inceneritore. Ma dietro i due
progetti si nasconde un’avversione puramente politica contro la
«renziana Biagiotti», già dalemiana, una «compagna» sempre
presente alle mitiche feste dell’Unità della falce e del martello
e non solo a dibattere ma pure a cucinare e servire negli stand e
adesso diventata «destra del partito», incapace «di ascoltare la
gente», accettare «il dibattito interno». Lei, amareggiata,
risponde duramente ai «traditori». «Ho vissuto la pagina più nera
nella storia del comune di Sesto dopo il fascismo», mormora a fatica
.
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