Corriere della Sera 22/07/15
Alessandro Trocino
Fare in modo che il gruppo del Pd sia
un luogo dove si discute, ci si scontra anche duramente e si decide.
Ma, poi, una volta deciso, non si scherza più e arriveranno le
sanzioni. È la modifica del regolamento del gruppo dem alla Camera
al quale lavorerà una commissione di deputati ed esperti, guidata
dal capogruppo Ettore Rosato. Un giro di vite che arriva assieme alla
mano tesa alla minoranza, rimasta ai vertici delle Commissioni.
Ancora non è stata presa nessuna decisione e ieri Rosato si è
limitato a un accenno generico. Sarà la commissione a stabilire
l’entità delle sanzioni. Ma certo, anche solo parlarne,
rappresenta un segnale chiaro che sta arrivando un’ondata di
«tolleranza zero». La disciplina di partito, in teoria, è già
prevista (espulsioni comprese, per fatti gravi), e il voto in
dissenso riguarda solo temi etici. Ma, di fatto, la sanzione è
sempre stata considerata poco spendibile. E anche stavolta Rosato
preferisce mettere l’accento su altro: «Vogliamo costruire le
condizioni perché il gruppo sia la sede per un confronto e magari
anche uno scontro, ma che sia un luogo aperto di discussione e di
risoluzione dei conflitti. Un posto dove si fa politica». E se la
politica fallisce? «Come extrema ratio ci sono le sanzioni —
spiega Rosato —. Ma certo non siamo i 5 Stelle». Ed è vero che
risulterebbe impraticabile usare le espulsioni. Non si può neanche
ipotizzare la cacciata di big come Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi o
Guglielmo Epifani. Quello che si vuol fare, comunque, sventolare il
vessillo della disciplina di partito per riportare a più miti
consigli chi vota contro. Si sente chiamato in causa Alfredo
D’Attorre, che non si tira indietro: «Riconosco l’anomalia dei
miei voti in dissenso. A patto che si riconosca anche l’anomalia di
un’azione del partito e della maggioranza che non ha una
legittimazione popolare vera».
Roberto Speranza nega che ci sia
un collegamento con il mantenimento dei presidenti di minoranza nelle
Commissioni: «La questione è tutta politica. Se si pensasse di
risolverla con le sanzioni, sarebbe una mossa banale e inefficace. Ma
non credo che sarà così». Francesco Boccia non si scandalizza: «È
giusto che la minoranza esprima dissenso, ma è anche giusto che poi
al voto si seguano le indicazioni di maggioranza». Intanto si
profila uno scontro in commissione Antimafia dove stasera sono
previste comunicazioni della presidente Rosy Bindi su Mafia Capitale.
Il capogruppo del Pd, Franco Mirabelli, chiederà alla presidente di
non farle. «Sarebbe inopportuno e inusuale che una commissione
parlamentare intervenisse prima delle determinazioni del governo» .
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