Corriere della Sera 27/07/15
M.T.M
Non è l’intransigenza di Maurizio
Sacconi, non è la mole di emendamenti di Carlo Giovanardi a
rallentare il cammino delle unioni civili. Anche perché il leader
del Ncd Angelino Alfano lo ha detto e ridetto: quella legge non sarà
motivo di crisi di governo. Il problema, tanto per cambiare, è
dentro il Pd. E riguarda la cosiddetta «stepchild adoption»,
ovverosia l’adozione di un bambino che vive in una coppia dello
stesso sesso, ma che è figlio biologico di uno solo dei due. Già,
perché i cattolici e i moderati del Pd non la vogliono, mentre l’ala
laica ed ex Ds sì. È questo il vero ostacolo per cui le cose vanno
(e probabilmente andranno) un po’ per le lunghe. A scandalizzare
una fetta del Pd non è solo il fatto che due persone dello stesso
sesso possano così formare una famiglia vera e propria. C’è un
altro nodo, ancora più delicato per talune coscienze. Adesso, per la
legge italiana, di due gay che decidano di avere un figlio da una
madre surrogata all’estero, uno solo è il padre del bambino: chi
si dichiara il genitore biologico. Il che significa che se la coppia
dopo qualche anno scoppia, l’altro non ha nessun diritto sul
figlio. Nel nostro Paese esistono diversi casi di gay che hanno già
avuto un bambino così. Con le unioni civili munite di «stepchild
adoption» risolverebbero i loro problemi. Ma ne creerebbero ai
cattolici e ai moderati del Pd.
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