lunedì 6 luglio 2015

A proposito di Grecia e referendum

Alessandra Damiani
Sarò reazionaria, liberista, antidemocratica, superficiale, razzista, egoista, poco lungimirante. Perché leggendo ed ascoltando tuti coloro che gioiscono per la scelta del governo greco così giudicano chi invece la pensa diversamente, ma tant'è. In una società complessa come la nostra perché la democrazia si possa usare con il giusto fine nobile, tutti i soggetti che ne sono chiamati a renderla tale DEVONO avere la stessa possibilità di conoscere ciò su cui si stanno esprimendo. E deve essere chiaro su cosa esprimono il loro voto. Non solo, ma anche sulle conseguenze. Per me questo aspetto non è secondario. Cosa si aspetta il cittadino che ha votato no? Di rinegoziare il debito? E che affidabilità ha il governo greco per essere considerato tale? Varufakis prima annuncia le dimissioni se dovesse vincere il si. Poi si dimette comunque. Ma continuerà a collaborare con Tsipras. Ma cosa propone la grecia per essere credibile? Quali interventi pensa di mettere in campo perché quel complesso di regole sul quale si fonda l'Europa non possa essere da ostacolo? Chiede di cambiare le regole? Che alleati ha dentro l'europa per fare questo passo? Ed allora mi chiedo ha avuto il popolo greco in una settimana la possibilità di avere chiare queste risposte? Od ha votato sull'onda legittima ma poco pratica dell'onda emotiva? o è stato strumentalizzato da un governo che non potendo mantenere quello che ha promesso in campagna elettorale, ha scaricato sui cittadini la sua incompetenza? O peggio ancora in un clima antieruopeista come quello che si respira da troppo tempo, da oggi parte una scalata dei movimenti populisti ed antieuropeisti?

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