venerdì 17 luglio 2015

Il pianto della bimba palestinese che imbarazza Merkel.


Corriere della Sera 17/07/15
Elena Tebano
Doveva essere uno degli incontri con gli studenti organizzati dal governo sul «Vivere bene in Germania». Si è trasformato in banco di prova della politica d’asilo dell’esecutivo, dopo che è diventato virale il video in cui Angela Merkel fa piangere una bimba che le chiedeva di restare nel Paese. 
 Reem, scolara delle medie di Rostock, aveva appena spiegato alla cancelliera in perfetto tedesco di essere una profuga palestinese arrivata solo 4 anni prima con la famiglia dal Libano e di essersi ben «integrata»: «Ma negli ultimi tempi abbiamo avuto un periodo difficile, ci è mancato poco che fossimo espulsi». Segue discussione in cui la cancelliera dice che il governo accelererà le procedure per le richieste di asilo ma che non potrà accettare tutti. «Non so come sarà il mio futuro, finché non saprò se potrò rimanere», insiste la bimba. «Vorrei andare all’università, è il mio desiderio, ed è davvero difficile vedere che gli altri si possono godere la vita mentre io non posso». La risposta successiva è un esempio mirabile dello stile Merkel: «La politica a volte è dura», premette, e «nei campi profughi del Libano ci ancora migliaia di rifugiati, se diciamo “potete venire tutti, e potete venire tutti dall’Africa”, non ce la possiamo fare». Si velocizzeranno le pratiche, ma «alcuni dovranno tornare indietro». 
 La cancelliera continua a parlare finché si accorge che la bimba sta piangendo. Allora si avvicina: «Sei stata bravissima» le dice. «Il punto non è che è stata brava ma che è un momento emotivamente pesante» interviene il presentatore. E Merkel: «Lo so che è una situazione pesante, per questo vorrei farle una carezza». 
 «La carezza di Merkel» è l’ hashtag con cui il video si è diffuso in rete. Con molte polemiche, perché la clip pubblicata dalla trasmissione tv Ndr Aktuell è tagliata e la fa sembrare ancora più dura. E perché la pagina web del governo in una prima versione (poi cancellata) sosteneva che fossero lacrime di «emozione». Pioggia di critiche online per Merkel, anche se qualcuno ricorda che la Germania l’anno scorso ha ricevuto più del doppio di domande d’asilo di ogni altro Paese Ue. Solo numeri per Reem, che forse non potrà studiare.

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