mercoledì 22 luglio 2015

La proroga della proroga sulle pensioni delle toghe.


Corriere della Sera 21/07/15
Sergio Rizzo
Per la serie: «La legge è uguale per tutti, ma alcuni sono più uguali». Oggi la Camera vota il decreto che proroga di un anno il pensionamento dei magistrati ordinari che non hanno ancora compiuto 72 anni. La misura si è resa necessaria perché i ruoli della Cassazione (dove i magistrati sono il triplo rispetto alla Francia) risulterebbero sguarniti: soprattutto per i presidenti di sezione. 
 Questa proroga fa seguito alla precedente proroga di un anno stabilita quando nel 2014 il governo Renzi aveva deciso di riportare l’età della pensione dei giudici da 75 a 70 anni. La cosa provocò allora una sollevazione fra i magistrati, che agitarono lo spettro delle aule giudiziarie deserte a causa dei pensionamenti in massa senza rapidi rimpiazzi: considerando che per fare un concorso, argomentarono, servono almeno quattro anni. Tanti quanti ne erano necessari per una laurea in giurisprudenza. Un’assurdità, ma nessuno sollevò il problema. E per quieto vivere, a causa anche delle pressioni del Quirinale (c’era Giorgio Napolitano) si concesse una proroga di un anno. I magistrati in servizio sarebbero andati in pensione a 71 anni anziché a 70. Adesso si scopre che il Csm, pur avendo avuto a disposizione un anno di tempo per avviare le nomine alla Cassazione, ha iniziato le procedure soltanto lo scorso primo luglio. Così ecco la necessità di una nuova proroga: non più in pensione a 71, ma a 72 anni. Solo i magistrati ordinari, però. Il che ha fatto infuriare i giudici contabili e amministrativi. I quali, dopo le proteste iniziali, hanno pensato bene di saltare anche loro sullo stesso treno. 
 In commissione è passato quindi un emendamento che proroga di sei mesi il trattenimento in servizio dei magistrati della Corte dei conti. E ora ci sono fortissime pressioni per estendere la proroga ai magistrati del Tar e del Consiglio di Stato. Magnifico esempio per un Paese con un disperato bisogno di cambiamento: che ci arriva proprio da coloro chiamati ad applicare le leggi.

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