Vita 29 luglio 2015
Il ct Berruto si dimette: ci sono
valori non negoziabili
Mauro Berruto, ct della nazionale
maschile di volley si dimette a seguito delle polemiche nato dopo la
sua scelta di escludere 4 titolari a ridosso delle finali della World
League. Questa è la lettera aperta pubblicata sul suo sito, con cui
spiega le ragioni della sua scelta.
Oggi ho comunicato al Presidente Carlo
Magri la decisione di rimettere il mio mandato di Commissario Tecnico
della Squadra Nazionale di pallavolo nelle mani Sue e del Consiglio
Federale.
Il clima generatosi intorno alla
squadra, in relazione al provvedimento disciplinare nei confronti di
quattro atleti da me deciso in occasione della Final Six di World
League a Rio de Janeiro, mi ha reso consapevole di non sentire più
quella fiducia completa nel mio operato che sempre ho sentito e che è
condizione necessaria per poter svolgere questo straordinario
compito.
Il dolore di rinunciare al mio ruolo di
CT a un mese dell’obiettivo verso il quale tutto il mio lavoro era
stato indirizzato nel quadriennio olimpico, non è negoziabile
rispetto alla difesa di valori che ritengo fondamentali quali il
rispetto delle regole e della maglia azzurra. Valori che ritengo
altresì fondamentali nella mia visione di sport.
La commovente risposta della squadra
successiva alla mia decisione (la vittoria contro la Serbia e, ancora
di più, la coraggiosa sconfitta contro la Polonia campione del
mondo) mi restituisce la certezza che sui valori tutto si fonda.
Tengo tuttavia, amaramente, questa
certezza solo per me, ringraziando di cuore i 13 protagonisti di
quelle due partite, perché il coro di chi ha letto nella mia
decisione incapacità di gestione, inadeguatezza al ruolo, danno
economico o addirittura causa scatenante di una brutta immagine per
il nostro movimento mi fa pensare che il rispetto delle regole sia
diventato merce negoziabile davvero.
Se così è il mio passo indietro è
dovuto, perché non è e non può essere questo il mio modo di
intendere lo sport e fare il Commissario Tecnico.
Ringrazio tutti coloro che hanno
lavorato con me in questi anni, atleti e membri dello staff, perché
tutti mi hanno insegnato delle cose. Un pensiero particolare va ai 30
atleti che in questi quattro anni e poco più hanno esordito con la
maglia azzurra. E’ un record di cui vado molto fiero perché
regalare questa gioia non ha davvero prezzo.
Ringrazio tutti gli staff delle Squadre
Nazionali giovanili e in particolare Mario Barbiero, motore
inesauribile della nostra pallavolo maschile giovanile. Fin dal primo
minuto ho voluto dimostrare come la nazionale Seniores fosse parte di
un progetto comune che incomincia a quattordici anni con i Regional
Days. Le nostre squadre giovanili stanno da qualche tempo brillando
in Europa e nel mondo e considero questo fatto, insieme alla riforma
dell’Under 13, un’ulteriore medaglia di cui andare fiero.
Ringrazio il Presidente Magri per aver
realizzato, il 17 dicembre del 2010, il mio più gigantesco sogno di
bambino. Sono passati da quel giorno anni, medaglie, vittorie,
sconfitte. 134 volte ho sentito suonare l’inno di Mameli con il
cuore che scoppiava di orgoglio e di rispetto per quella bandiera
distesa davanti a me.
Tengo tutti questi ricordi ma ne scelgo
uno: la fotografia scattata sul podio olimpico di Londra. L’onore
più grande che potesse immaginare un ragazzo che aveva incominciato
ad allenare in un oratorio della sua città.
Ho un ultimo desiderio che devo
soprattutto ai miei figli Francesco e Beatrice: vorrei spiegare loro
che il nuovo modo di comunicare fondato sulle opinioni espresse sulle
pubbliche piazze virtuali dei social network, ha fatto sì che siano
state di me scritte cose che spero loro non leggeranno mai. Dietro ai
ruoli ci sono persone e il principio del rispetto della persona
dovrebbe guidare anche questo nuovo modo di comunicare. Mi piacerebbe
che Francesco e Beatrice crescessero con l’idea che rispettare le
regole e le persone è talmente bello da essere rilassante. Mi
piacerebbe che andassero orgogliosi del fatto che il loro papà,
partendo dal nulla, abbia avuto l’onore infinito di rappresentare
il nostro Paese. Mi piacerebbe fossero orgogliosi del fatto che, al
di là di 7 medaglie vinte, il loro papà possa essere ricordato per
averlo fatto sempre e comunque con onestà. Con fatica, con onestà e
con la schiena dritta.