giovedì 2 aprile 2015

Perché Israele non si fida: 
la Bomba è solo rinviata.


Corriere della Sera 02/04/15
(Traduzione di Maria Sepa)
Quasi tutti gli ebrei israeliani pensano che il progetto nucleare iraniano abbia lo scopo di produrre armi nucleari e che le armi nucleari iraniane costituiranno una minaccia per l’esistenza di Israele e per la pace del mondo. La nuclearizzazione iraniana come minimo favorirà una corsa agli armamenti nella regione, e spingerà i principali Stati sunniti, Egitto, Arabia Saudita e Turchia, a dotarsi anch’essi di armi nucleari. La bomba darà all’Iran l’egemonia sui suoi vicini e, grazie a un programma spaziale in via di sviluppo, gli consentirà di intimidirli, cosa che sta già ampiamente facendo. Nell’ipotesi peggiore, l’Iran potrebbe un giorno indirizzare le sue armi nucleari sull’Europa e su Israele — e Israele è estremamente vulnerabile: come disse una volta l’ex presidente iraniano Rafsanjani, «Per Israele basta una sola bomba». Il problema dell’accordo attualmente in fase di negoziazione è che lascia il programma nucleare iraniano, e i vari impianti di Natanz, Qom, ecc., intatti e perfettamente in grado, in un arco di tempo relativamente breve, di produrre armi nucleari. L’Iran potrebbe violare l’accordo e farlo di nascosto ma, anche se lo rispettasse, sarà comunque in grado, in una situazione «di emergenza», di produrre una bomba nucleare in un anno. Perciò l’accordo, per ben che vada, non farà che rinviare il problema di qualche anno, senza risolverlo. Nel frattempo le sanzioni verranno gradualmente eliminate, l’Iran si rafforzerà economicamente e politicamente e sarà quindi in grado di allargare il suo potere in Medio Oriente ancor più di quanto abbia fatto finora (e negli ultimi anni lo ha fatto assai bene nonostante le sanzioni — si veda la situazione attuale in Yemen e in Iraq) .



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