Corriere della Sera 17/04/15
Erika Dellacasa
Dopo l’avviso di garanzia per
l’alluvione di Genova dell’ottobre scorso Raffaella Paita ieri ha
ricevuto non solo la conferma della fiducia del Pd attraverso le
parole del vicesegretario Lorenzo Guerini e del sottosegretario Luca
Lotti ma anche l’inaspettato appoggio del cardinale di Genova
Angelo Bagnasco. «Il Pd ligure — ha detto Guerini — ha invitato
Paita ad andare avanti anche alla luce delle valutazioni sul merito
della questione. Paita continua ad essere candidata del Pd e delle
forze che sostengono la campagna elettorale». Un patto rinnovato nel
ristorante Maniman (espressione genovese che indica prudenza) dove
Lotti ha pranzato insieme con Paita («come iscritto del Pd le dico
di andare avanti») con il governatore Claudio Burlando e con alcuni
imprenditori ai quali il sottosegretario ha detto di considerare
l’avviso di garanzia «neppure un incidente di percorso».
Tutto
bene dunque nel cielo di Liguria? Sì e no se è vero che il Pd ha
deciso di avviare sondaggi e interviste ai genovesi per tastare il
polso agli elettori e capire quanto la batosta giudiziaria possa
pesare nel voto del 31 maggio. Per parte sua il cardinale Bagnasco,
presidente della Cei, ha già risposto dicendo di «provare dolore»
e chiedendosi «chissà perché certe indagini esplodono sempre in
certe ore e in certi momenti della storia delle città e della
nazione. È importante che ci siano accertamenti rapidi per arrivare
alla verità delle cose e non soltanto ai sospetti».
Quadrato
quindi intorno all’assessore alla Protezione civile alla quale la
Procura di Genova ha contestato il reato di concorso in omicidio e
disastro colposi per l’alluvione del 9 ottobre. Quattro pagine di
avviso di garanzia in cui i pm affermano che Paita e il dirigente del
settore Gabriella Minervini avrebbero mancato di lanciare l’allarme
meteo quindi avrebbero «gravemente ritardato l’avvio delle misure
di protezione civile», l’utilizzo di uomini e mezzi e la
comunicazione del pericolo alla popolazione. Mancanze che
«cagionavano la morte per annegamento di Antonio Campanella» oltre
al disastro ambientale. Secondo i pm assessore e dirigente avevano le
informazioni necessarie per agire già dall’8 ottobre inoltre
avrebbero dovuto tenere conto dell’alluvione del 2011 che aveva
provocato sei morti. «Sono l’unico assessore in Italia a cui si
imputa di non aver dato l’allarme — dice Paita —. Una cosa che
non solo non è mio compito ma se lo avessi fatto avrei commesso un
abuso perché è una decisione che spetta ai tecnici e non ai
politici. Io ho agito correttamente e sono stata nella sala operativa
della Protezione civile dalle 23 e 45 minuti fino alla mattina alle
sei».
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