Attilio Caso
5 aprile 2015
Nichi risponde alle sollecitazioni
ricevute da alcuni amici: "Siamo sempre pronti ad augurare buona
Pasqua da questa terra luminosa e spazzata dal grecale, foriero di
una nuova Europa e di una nuova Sinistra, ancorate ai loro più
profondi valori legati alla luce e della musica mediterranea, in cui
il sirtaki e la pizzica si fondono in un connubio estatico. Auguri
che vogliono opporsi alla mercificazione della Pasqua, conseguenza di
vent'anni di berlusconismo sublimati nel renzismo, in cui si fa
scempio di cioccolata e di fragole fuori stagione, ultimo lascito
della dittatura del 3%. Ma non siamo riusciti a trasmettervi i
nostri pensieri prima, perché Pippo poi in questi giorni si è reso
insopportabile. Infatti, si è messo a citare don Tonino Bello: il
mio don Tonino Bello. Ad un certo punto, lo ho chiamato e gli ho
detto: 'Pippo, non posso concederti più un minimo di confidenza, che
subito te ne approfitti. Ti ho trattato come un figlio, povero me. E
mi ripaghi sottraendomi un riferimento senza chiedermi il permesso.
Non vorrai mica citare Visconti o evocare il maestro Pasolini senza
alcun ritegno domani o nei prossimi giorni?' Lui mi ha risposto che
don Tonino è a suo avviso l'unico argine alla deriva del Patto del
Nazareno, poi mi ha detto: 'Nichi, non trovi che nel Vangelo di Luca
si trovino i primi accenni alla triste deriva della velocità
renzista, soprattutto in quella affermazione di una resurrezione
avvenuta già il primo giorno dopo il sabato? Corradino e Felice sono
convinti che sia risorto almeno il terzo mese dopo il sabato, se non
addirittura il terzo anno. "Secondo me, Pippo ha bisogno di aiuto:
domani, lo porterò in una masseria in cui gusteremo fave e cicoria,
condite con olio extravergine di oliva coratino: Norma, Lilli, Lucia,
Stefano, Miguel, Luciano e Maurizio saranno con noi."
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