Pierluigi Castagnetti
Non è solo nè prevalentementel'Italicum al centro del dibattito
al gruppo parlamentare del Pd. È soprattutto, e comprensibilmente,
il ruolo delle minoranze interne. Io le capisco, spesso mi è
capitato di mettermi nei loro panni e chiedermi cosa farei al loro
posto, senza riuscire a trovare facile risposta. Sono convinto
infatti, con i classici della democrazia, che la democrazia appunto è
tale solo quando si può mandare a casa chi comanda, in modo non
cruento ovviamente. Se, dunque, per loro oggi è questo il problema,
a me pare che il luogo della competizione non possa essere il
parlamento dove un gruppo parlamentare, tranne i casi di coscienza,
deve votare secondo le decisioni della maggioranza. Guai a
contraddire questa regola: l'alternativa sarebbe l'anarchia e il
dissolvimento del gruppo stesso. Un esito del genere non sarebbe
accettato dalla base degli elettori e condannerebbe i responsabili
alla definitiva irrilevanza, anche se uscissero dal partito. Allora
come si fa a ricostruire la regola della possibile alternanza alla
guida del partito? Si deve lavorare alla base, promuovere adesioni e
iscrizioni attorno a un programma alternativo a quello di chi guida
ora il partito, promuovere opinioni e opinione attorno a tale
programma, costringere la maggioranza che guida il partito a fare i
conti con questo movimento di opinione. Insomma la strada è faticosa
e lunga, ma si è sempre fatto così nei partiti democratici e
organizzati per corrente. La storia (diciamo: il corso delle cose, il
tempo, il logoramento di chi guida la maggioranza) può aiutare, o
può rendere più difficile l'impresa. In ogni caso non vi sono altre
strade. Ma soffermiamoci un attimo sul merito dell'Italicum.
Personalmente non ne sono innamorato, penso che sia l'esito possibile
in una condizione parlamentare fortemente complicata, in ogni caso
non modificabile in questo momento considerata la condizione del
Senato. Si pagano oggi gli errori e le inerzie del passato, quando
non si è voluto nemmeno prendere in considerazione la "reviviscenza"
o la riproposizione anche attraverso il referendum, o più
direttamente con un Pdl, del Mattarellum. Ma non stiamo qui a
recriminare. Oggi il convento può passare solo questa minestra
(tutt'altro che indigeribile!), o niente. Chi scegliesse il niente ne
porterebbe una grave responsabilità.
Nessun commento:
Posta un commento