Attilio Caso
"Una buona riforma della scuola è
indiscutibilmente diversa da questa presunta "Buona scuola".
Io lo avevo detto e scritto. E anche Lorenza, e Corradino, e Laura, e
Felice. Nichi sostiene che la scuola debba 'lasciar permeare la
migliore eredità di una cultura italianista e intimista, scevra da
ogni lascito bonolista e grandefratellista'.
Io credo che su un punto non si possa
assolutamente mediare: la durata delle verifiche e dei compiti in
classe. Io sono per una scelta libera dello studente e lontana da
derive che prevedano che, iniziata una versione di latino alle 11,00,
la si debba poi terminare entro le 13,00. Fino a che punto ci hanno
condotti sedici mesi di cultura nazarena? Quale sarà il prossimo
approdo? Affermare che il liceo debba durare cinque anni o niente?
Che ci si debba laureare entro un termine preciso? Dove pensiamo di
giungere con queste forzature della democrazia, che io ho segnalato
con garbo per tutto questo tempo?
Infine, inizia l'esame alla Camera
dell'Italicum ed eccoci con la solita fretta e con le epurazioni: noi
proponiamo profonde modifiche nel merito ed alcune sono davvero
ottime. Ma su un punto non transigeremmo, qualora fossero accolte -
cosa di cui dubito, considerata la rozzezza del
presidentedelconsiglio: non accetteremmo mai di votarle. Quanto meno,
non prima del 2019."
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