Attilio Caso
28 aprile 2015
Pippo augura buon viaggio ad Enrico
Letta: "Caro Enrico, io non avevo votato la fiducia al tuo
governo. Non perché fossi contrario al programma in sé, ma perché
credevo che con troppa fretta avessi accettato l'incarico. Del resto,
la legislatura aveva due mesi: cosa erano mai due mesi davanti agli
ulteriori cinquantotto che sarebbero seguiti? Sai quanti post, che
denotano grande autorevolezza politica, si possono scrivere in
cinquantotto mesi?
Poi, hai avuto due colpi di genio: i
trentacinque saggi e il tempo lento. Trentacinque: neanche Corradino
avrebbe trovato un numero altrettanto foriero di calma, riflessione e
porto delle nebbie. Io sono stato positivamente colpito. Mi sono
detto: 'vuoi vedere che Enrico cucina Matteo e vince lui il
congresso?' e, soprattutto, 'vuoi vedere che non cambiamo la legge
elettorale e riusciamo a non fare l'Expo?' Così sono rimasto alla
finestra. Come sempre: è solo un po' scomoda per scrivere i post.
Poi, sappiamo cosa è accaduto: Berlusconi ti ha lasciato, ma tu sei
rimasto immobile. E anche in quella occasione mi sei piaciuto. Matteo
ha vinto il congresso e sei statosereno. Io non ho votato la fiducia
neanche a Matteo. Io non voto la fiducia.
Ma ora, Enrico, ti stai superando: "un
libro che esalta l'andare lontano (e piano), le dimissioni differite
e un viaggio verso Parigi, che di questo passo durerà più di quello
di Colombo. Insomma, Enrico, te lo dico con garbo e ammirazione:
alzati, e va a Parigi! Ti mando Corradino come interprete.
Il tuo Affezionatissimo."
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