Alfredo Bazoli
Dunque questa sera arriverà il redde
rationem all’assemblea del gruppo del PD sulla legge elettorale.
E dalla minoranza interna riecheggerà
quanto si legge in alcuni editoriali e si ode dentro alcuni ambienti
anche interni al Pd, e cioè che la combinazione della riforma
costituzionale e della riforma elettorale rischia di trasformare la
nostra democrazia in un presidenzialismo di fatto, senza contrappesi,
dunque in un sistema subdolamente autoritario.
Sciocchezze. Tanto smisurate quanto
infondate.
Non entro nel merito, lo farò in altra
occasione, mi limito a sottolineare che l’obiettivo di queste
riforme è quello di trasformare il nostro sistema istituzionale
fragile e instabile in una democrazia decidente, al pari di tutte le
altre democrazie occidentali.
Sapendo che l’instabilità politica,
e la complicazione istituzionale sono alcuni dei mali endemici dei
quali l’Italia si deve liberare se vuole sperare di tornare
competitiva.
Col metro di giudizio che i critici
applicano a queste riforme nessun sistema occidentale resisterebbe
all’accusa di autoritarismo strisciante.
Vogliamo allora dire la verità ? Al
netto della buona fede di alcuni critici, il problema è Renzi. Non
le riforme, non i modelli individuati, non il sistema elettorale, che
possono presentare difetti, ma il cui impianto e’ largamente
ragionevole e coerente.
No, il vero bersaglio e’ Renzi,
l’uomo che con i suoi pregi e difetti ha rivoluzionato il partito
democratico, il sistema politico, e sta tentando di cambiare in
profondità il paese.
Un programma impegnativo, e ovviamente
tanti nemici.
Ma non passeranno.
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