mercoledì 12 giugno 2013

LA CHIESA POVERA SECONDO FRANCESCO


AGOSTINO PARAVICINI BAGLIANI
La repubblica 12/06/2013

Durante la sua omelia, pronunciata ieri mattina a Santa Marta, papa Francesco è tornato con vigore sul problema della povertà della Chiesa. Il Papa si è infatti soffermato a lungo su questo tema a lui caro e ha detto tra l’altro: «San Pietro non aveva un conto in banca». Sembra difficile, se non impossibile, trovare nella storia del papato un riferimento così radicale alla necessità che la Chiesa sia povera — «oppure non è viva» — che coinvolga il Principe degli Apostoli, fondamento (insieme a Paolo) del papato romano. Se non altro a causa del millenario legame che il papato come istituzione ha intrattenuto con il potere temporale. Ed anche solo per questa sua unicità, l’affermazione pronunciata ieri da Papa Francesco deve essere considerata storica.
Non può però non venire in mente un episodio, anch’esso del tutto unico, che racconta il biografo di papa Innocenzo III (1198-1216). L’autore anonimo di questa biografia contemporanea, che si può ora leggere in una comoda traduzione italiana ( I Gesta di Innocenzo III, a cura di Stanislao Fioramonti, Roma, Viella 2009), dopo essersi soffermato sul fatto che «sotto il sacro palazzo Lateranense, presso la cisterna della cucina, era posto il tavolo dei cambiavalute, sul quale ogni giorno si poneva vasellame d’oro e d’argento, una varietà di monete e molti oggetti di valore per essere venduti o scambiati », aggiunge: «lo zelantissimo pontefice – ossia Innocenzo III – , acceso dallo zelo di colui che rovesciò i tavoli dei cambiavalute, lo fece definitivamente rimuovere da tutto il palazzo ».
Il primo Papa del Duecento fece quindi levare il “banco” dei cambiavalute 0 per quei tempi una vera e propria “banca” (un termine che proviene proprio dal “banco” medievale dei cambiavalute e prestatori di denaro) 0 dai pressi del palazzo del Laterano, che era allora la residenza ufficiale del papato. Ma lo fa, ci precisa il biografo, prendendo come modello Cristo che aveva cacciato i mercanti dal tempio!
Tra l’affermazione di papa Francesco e il gesto di Innocenzo III non vi è né continuità né una valida analogia. Se non che Innocenzo III – che gli storici amano definire «il papa più potente del Medioevo» e che fu anche il fondatore di un vero e proprio Stato della Chiesa – è anche il papa che ha saputo accogliere le istanze di san Francesco, incoraggiandolo a proseguire nella sua vita di penitente, senza concedergli, é vero, una conferma scritta del loro modo di vivere, così radicalmente rivolto alla rinuncia di ogni proprietà e privilegio .

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