lunedì 24 giugno 2013

Pd spaccato sulla mozione per gli F35, ora i pacifisti sono la maggioranza

Nuova grana per il governo dopo le rassicurazioni del ministro della difesa Mario Mauro. L'ala dei favorevoli alla sospensione del programma di acquisto ottiene sempre più consensi

ROMA - Pd spaccato sulla mozione per gli F35, ma i 'pacifisti' sono la maggioranza nel gruppo. La partecipazione italiana al programma Join Strike Fighter diventa un banco di prova per il governo e per il partito. La posta in gioco è altissima: 14 miliardi di euro che basterebbero per coprire gli aumenti Imu e Iva e finanziare la cassa integrazione.

Tra i democratici sono in campo tre posizioni. Ma quella dell'ala per così dire 'pacifista' guadagna consensi di ora in ora. A partire dai sedici deputati democratici che hanno firmato il testo della mozione, promosso anche da Sel e dai Cinque Stelle, con la quale si chiede di cancellare il programma F35.

Tra i democratici contrari non solo esponenti della sinistra interna, come Pippo Civati candidato alla segreteria del partito. Contrario all'acquisto degli aerei da guerra il vicepresidente del gruppo a Montecitorio Gero Grassi, ex popolare moroteo. "E' un errore- spiega- pensare che gli armamenti servano a conservare la pace. Io mi opporrò sempre a decisioni in netto contrasto con la mia morale e con quello che dovrebbe essere l'orientamento di un paese cattolico e cristiano". E come Grassi sono pronti a bloccare l'acquisto dei cacciabombardieri altri parlamentari di estrazione cattolica, in queste ore sensibilizzati anche dalla rete diocesana.

La  posizione del Pd sarà decisiva. La mozione può contare in partenza sul sostegno dei 163 firmatari: i gruppi di Sel (36) e Movimento 5 Stelle (109), 2 di Scelta Civica e 16 del Pd. Il gruppo di Guglielmo Epifani conta alla camera 293 deputati.  Ne basterebbe poco più della metà per assicurare al documento l'approvazione certa. E a quanto apprende la dire, nel corso di una consultazione informale interna, condotta in prima persona dai firmatari della mozione, la soglia di sicurezza è stata già raggiunta. La maggioranza dei deputati è contraria all'acquisto degli aerei.

Un dato che ha dovuto registrare anche il deputato della commissione difesa Gian Piero Scanu, mediatore incaricato da Guglielmo Epifani per dipanare la matassa. A lui il compito di evitare una clamorosa spaccatura in aula. L'obiettivo è arrivare a una mozione unitaria dei democratici che possibilmente attragga consensi anche da altri gruppi. Scanu relazionerà a Epifani entro questa sera, quando si riunirà il gruppo alla camera. Il voto in aula è previsto per domani.

Al momento è stato raggiunto l'accordo sull'avvio di una indagine conoscitiva, che prenda le mosse dai problemi tecnici emersi nel corso dei primi test. Ma il fronte 'pacifista' non si accontenta. Vogliono che sia scritto nero su bianco che la premessa ad ogni ulteriore atto sia la sospensione del programma di acquisto. Contrari a questa impostazione una parte dei deputati democratici, moderati ma anche ex Ds, che sottolineano l'impatto che avrebbe il congelamento della commessa sulle imprese italiane coinvolte nella costruzione degli aerei, tra le quali alenia e altre società legate a finmeccanica. Contrari anche i 'governisti' del partito. Il ministro della difesa mario mauro di recente ha assicurato che non ci saranno variazioni al programma d'acquisto.

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