domenica 30 giugno 2013

Regole e congresso agitano il Pd



E la fronda anti-Renzi affila le armi

ANSA
Matteo Renzi, sindaco di Firenze e volto nuovo del Pd

Barca avverte il sindaco di Firenze: premier e segretario mestieri diversi
Chiti e Debora Serracchiani contro
il moltiplicarsi delle candidature
«Matteo Renzi riflette un errore compiuto da chi ha costruito il Pd. Anche negli Usa il coordinatore del partito è una persona che non ha niente a che fare con il candidato alla presidenza, deve avere altre doti. Sono due mestieri diversi. Però cambiare le regole in corsa non è facile». È l’ex ministro Barca il primo a schierarsi contro Matteo Renzi, che ieri, in una intervista alla «Frankfurter Allgemeine Zeitung» aveva detto che chi vince le primarie per il segretario del Pd deve anche essere candidato premier.  
«A me - ha spiegato Barca - interessa una organizzazione- partito che sia curata da una persona che crede in quella organizzazione, che dedichi 13 ore al giorno a quel lavoro... L’ ultima cosa che deve fare il segretario del Pd è dare fastidio al presidente del Consiglio, semmai lo deve incalzare, ma non deve ambire a quella posizione». 
Secondo Barca «chi ambisce a guidare una organizzazione deve occuparsi della sua organizzazione, poi potrà anche occuparsi d’altro, ma intanto ce n’è di lavoro da fare. Chiunque voglia candidarsi a fare il segretario si ricordi qual è il mestiere che ambisce a svolgere: il segretario di un partito, un mestiere che fa tremare le vene». 
Sulla stessa linea Vannino Chiti: «Il Pd ha bisogno di cure e di impegno: per questo è indispensabile togliere dallo statuto l’automaticita’ tra il ruolo di segretario e quello di candidato premier. Alcuni mesi prima del voto, per scegliere il candidato premier, dovranno essere previste primarie aperte. Così del resto abbiamo fatto prima delle ultime elezioni».  

Lo scontro, dunque, è sulle regole, oltre che sui nomi. «Lo statuto del Pd non lo ha inventato Matteo Renzi, ma è in vigore dalla nascita del partito. Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico, non si possono cambiare le regole sempre e solo quando all’orizzonte c’è il sindaco di Firenze», dice il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione cultura a Palazzo Madama, vicino allo stesso Renzi. In campo c’è anche la Serracchiani. «più che costruire un’alternativa a Renzi, io intendo impegnarmi a costruire una nuova idea di Italia, con Renzi» dice in una intervista alla Stampa. «Noi - aggiunge - siamo arrivati a un punto in cui è necessario questo, fare gruppo, fare squadra. Senza una squadra, pensando di ostacolare Matteo, non andiamo avanti».  

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