TOMMASO CIRIACO
La Repubblica - 7/9/1
ROMA . È il backstage della felicità,
il retroscena dello scatto fotografico più dolce della storia del
Pd. Celebrativo, a tratti inutilmente o inevitabilmente agiografico,
ma pur sempre il Bignami di un trionfo. Trentacinque racconti di
quella notte elettorale del 40,8% alle Europee, condensati in un
opuscolo stampato per il comizio conclusivo della Festa dell’Unità,
stasera a Bologna. Trentacinque ricordi di chi fa capolino in quella
celebre istantanea del Nazareno. Senza Matteo Renzi, rimasto al piano
di sotto: «A un certo punto della notte — ricorda Lorenzo Guerini
— Matteo dice: “Chiamate tutti e andate su”. “Tu non vieni?”.
Avevamo vinto, le telecamere lo aspettavano. “No”. Saliamo, siamo
lì — sparpagliati — scattano i flash».
C’erano tutti, amici e nemici del
premier. E applaudono tutti. Quanta ironia nel day after: «Il gioco
diventa “scova l’intruso” — scrive Davide Faraone — trova
il “non renziano”». La filosofia del libretto è raccontare
invece un partito plurale, nonostante le accuse di Bersani e D’Alema.
E infatti scrive Renzi: «Sbaglia di grosso chi ci descrive come
uomini soli al comando: la foto lo dimostra. Una squadra del
Nazareno».
C’è di tutto, dentro. La vigilia dei
risultati elettorali: «Ero la più ottimista — giura Maria Elena
Boschi — dicevo 33, come dal dottore. Ma puntavo al 35%. Il 40,8%?
Nemmeno in sogno». Piccole scaramanzie si intrecciano ai primi
exit-poll: «Il proprietario del ristorante mi dice: “Aò, state a
40” — rievoca Ernesto Carbone — “Sì — rispondo — di
febbre”. Poi leggo su Repubblica. itquel numero. Non ci credo.
Riapro. Sempre 40. Ma io sono calabrese. E non ci credo...».
È un concentrato di paure e sogni.
«Come i quadri della maturità», scrive Simone Bonafede.
«Adrenalina come in Fast and Furious», gode Francesco Nicodemo.
«Giravo la testa per quei numeri», ammette Marianna Madia. «La
notte più bella degli ultimi vent’anni», ricorda Roberto
Speranza. Di più: «Come canta Jovanotti — sostiene malinconica
Alessia Morani — “la vertigine non è paura di cadere, ma voglia
di volare”». Certo, Renzi evita lo scatto: «Poteva mostrare i
muscoli, come Balotelli. Niente — lo sfotte Faraone — aveva la
‘panza’...».
E poi c’è il dopo. Quando gli scatti
dei fotografi smettono di accecare e si brinda: «Due bottiglie di
spumante due — confessa Guerini — le abbiamo anche stappate...».
Qualcuno si ferma a un chiosco: «Una birra — rivela Simona
Malpezzi — in piedi sotto una fitta pioggia». «Calda», precisa
Faraone. C’è pure una strana coppia al Nazareno: il renzianissimo
Luca Lotti e Nico Stumpo, oppositore interno: «Renzi decide che la
faccia di quella vittoria è del Pd». L’ultimo frammento è di
Francesco Bonifazi. Fa bingo e non gioisce: «Il 40,8% non mi
regalava l’emozione immaginata. Verso le 4 passeggio con Luca, il
silenzio surreale. Era la nostra festa».
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