Tutti
possono capire che la differenza tra -3,7 e +15,4 è una differenza
enorme, che può appannare le facoltà critiche anche di un leader
solitamente dotato di notevole autocontrollo.
D’Alema segretario di partito, nel 1997-98, provò, da presidente della Bicamerale, a mettersi alla testa di un’operazione avente come obiettivi la riforma costituzionale e la riforma elettorale. Risultati ottenuti: zero.
Renzi, segretario di partito, ha messo in dirittura d’arrivo la riforma elettorale, la riforma del titolo V della Costituzione e la riforma del Senato con connessa forte riduzione del numero dei parlamentari. Inoltre ha prodotto un incremento di mille euro netti annui delle buste paga di dieci milioni di lavoratori dipendenti: tutti risultati che D’Alema ha lungamente cercato ma che non ha mai nemmeno sfiorato.
- See more at: http://www.pdtoscana.it/dario-parrini-commenta-le-parole-di-dalema-alla-festa-dellunita-di-bologna-fallo-di-frustrazione-di-dalema-contro-renzi/#sthash.XaOIBB3I.dpuf
D’Alema segretario di partito, nel 1997-98, provò, da presidente della Bicamerale, a mettersi alla testa di un’operazione avente come obiettivi la riforma costituzionale e la riforma elettorale. Risultati ottenuti: zero.
Renzi, segretario di partito, ha messo in dirittura d’arrivo la riforma elettorale, la riforma del titolo V della Costituzione e la riforma del Senato con connessa forte riduzione del numero dei parlamentari. Inoltre ha prodotto un incremento di mille euro netti annui delle buste paga di dieci milioni di lavoratori dipendenti: tutti risultati che D’Alema ha lungamente cercato ma che non ha mai nemmeno sfiorato.
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Renzi,
segretario di partito, ha messo in dirittura d’arrivo la riforma
elettorale, la riforma del titolo V della Costituzione e la riforma del
Senato con connessa forte riduzione del numero dei parlamentari. - See
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D’Alema, segretario di partito, nel
1997-98, provò, da presidente della Bicamerale, a mettersi alla
testa di un’operazione avente come obiettivi la riforma
costituzionale e la riforma elettorale. Risultati ottenuti: zero.
Renzi, segretario di partito, ha messo
in dirittura d’arrivo la riforma elettorale, la riforma del titolo
V della Costituzione e la riforma del Senato con connessa forte
riduzione del numero dei parlamentari.
D’Alema, premier da otto mesi, nelle
europee del giugno 1999 riuscì nel capolavoro di portare il suo
partito, i DS, al 17,4%: un fiasco (il PDS aveva preso il 21,1% alle
politiche del 1996).
Renzi, dopo appena tre mesi di
premiership, alle europee del maggio scorso ha condotto il suo
partito, il PD, al 40,8%: un indubbio grande successo (alle politiche
del febbraio 2013 il PD si era fermato al 25,4%).
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