Corriere della Sera 10/09/14
Massimiliano Del Barba
BRESCIA — Tre nuovissime corsie per
marcia, così poco trafficate che quasi ci si può giocare a palla.
La Brebemi, l’autostrada costruita per collegare in direttissima
Brescia a Milano, è questo. Una silenziosa pista d’asfalto
drenante di 60 chilometri che inizia e finisce in campagna, tagliando
in due quel che resta di una Lombardia agricola fatta di mais, di
piccoli borghi e di platani tutti in fila regolare lungo il reticolo
dei fossi.
Inaugurata lo scorso 23 luglio, felice conclusione di
cinque anni di cantieri con tanto di presidente del Consiglio sul
palco, dopo l’euforia alimentata dalla curiosità delle prime ore
(e anche dal fatto che è sprovvista di tutor per il controllo della
velocità), quella che avrebbe dovuto rappresentare per migliaia di
pendolari una fantastica alternativa alle ricorrenti code e ai
sempiterni ingorghi della vecchia A4 Milano-Venezia sembra non
riuscire proprio a decollare.
C’è chi sostiene sia colpa del
costo, fuori linea rispetto alla media dei competitor: 15 centesimi
al chilometro contro i sette di Autostrade per l’Italia, il che
porta a una spesa di 10.50 euro contro i 7,10 del tracciato
alternativo.
O, forse, che sia colpa del tracciato stesso il
quale, pur con tutta la buona volontà delle opere collaterali che le
stanno sorgendo attorno, a dispetto del nome, non collega Brescia a
Milano, ma la sua provincia occidentale con Liscate, venti chilometri
di provinciali per raggiungere l’aeroporto di Linate, nessun
parcheggio scambiatore per montare in metro e arrivare nel centro di
Milano e, per il momento, un vuoto infrastrutturale laddove dovrebbe
sorgere la Teem, la tangenziale esterna di raccordo con l’Autosole
che potrebbe portare un 15% di traffico in più. Oppure ancora —
polemica recente — potrebbe essere l’effetto della penuria di
segnaletica stradale che dovrebbe accompagnare lo sperduto
automobilista verso i caselli: compito in capo a Province e Comuni,
anche se Brebemi assicura che entro fine mese ne saranno installati
15 mila.
È presto per giudicare, dicono dalla società guidata
dal presidente di Unioncamere Lombardia, Francesco Bettoni, e
controllata da Intesa Sanpaolo e gruppo Gavio: c’è stato di mezzo
agosto, le ferie, la chiusura di fabbriche e degli uffici, il
generalizzato calo del traffico pesante. E poi l’atteggiamento
certo non accomodante di Autostrade per l’Italia, che sul suo
tracciato ha esposto un maxi cartello che paragona costi e tempi di
percorrenza (indovinate chi perde).
Fatto sta che, dopo i 16
mila ingressi giornalieri realizzati durante la prima settimana, per
tutto agosto il numero di automobili (non parliamo dei Tir) è andato
progressivamente calando. Come — problema fondamentale per
un’infrastruttura interamente costruita con fondi privati — gli
incassi.
Bettoni, che ha dedicato praticamente tutta la vita al
progetto, creando nel 1999 Brebemi Spa, e che sulla sua riuscita si
gioca oggi la rielezione alla guida dell’importante Camera di
commercio di Brescia, rimane ottimista, ma i numeri fanno un po’ a
pugni con il piano industriale e gli obiettivi di break even: «La
nuova autostrada — si legge sul sito della società — avrà
flussi giornalieri pari a circa 40 mila veicoli all’apertura e
quasi 60 mila veicoli a regime». In realtà le previsioni sono state
riviste al ribasso, portando i valori teorici stimati per il 2015
attorno ai 22 mila veicoli per poi raggiungere a regime i 48 mila.
«Faremo un bilancio quando le cifre saranno consolidate — taglia
corto Bettoni — per ora dico solo che i volumi di traffico sono in
crescita». Dopo un agosto tentennante, quando si è scesi a 12 mila
veicoli al giorno, nella prima settimana di settembre si sarebbero
sfiorate le 20 mila vetture giornaliere. Non così lontano
dall’obiettivo 2015, dunque.
Il nodo, tuttavia, è proprio
questo: bastano questi numeri a sostenere un investimento da 2,4
miliardi? Non a caso Brebemi ha presentato un piano di riequilibrio
economico al governo, che vale 497 milioni, lamentando (anche) la
diminuzione delle previsioni di traffico e chiedendo sgravi fiscali
oltre a un allungamento della concessione. Anche su questo punto è
scoppiata la polemica: ma come, Brebemi non doveva essere
un’autostrada senza un euro di contributo pubblico? «Guardi — è
la replica Bettoni — si vede che diamo fastidio a molti. Tanti
nemici, tanto onore. Noi l’autostrada l’abbiamo fatta per il
territorio».
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