Domenica a Bologna Matteo Renzi avrà accanto a sé il francese Valls
e lo spagnolo Sanchez. Due che lo indicano come modello. Gli anni di
Blair non torneranno, ma chissà se Renzi sotto sotto ci crede.
Se la cosa diventasse seria parecchi dentro al Pd si
metterebbero a lutto, perché per loro la Terza via di Blair, Schröder e
Anthony Giddens è una stagione di resa e sconfitta dell’autentico
spirito socialdemocratico. Per ora possono stare tranquilli, perché
l’evocazione è solo immaginifica: parliamo di suggestioni, in attesa di
verificare se da qualche parte torneranno a balenare rivoluzioni
liberalsocialiste come quelle che vent’anni fa hanno cambiato (in
meglio) la faccia di Gran Bretagna e Germania.
La politica è fatta però anche di messaggi. E quello che verrà
lanciato domenica nell’ultima giornata della Festa nazionale del Pd pare
significativo. Matteo Renzi chiama accanto a sé un collega premier, il
francese Manuel Valls, e un collega segretario, lo spagnolo Pedro
Sanchez. Che sono giovani, carini (soprattutto il secondo) e molto
occupati a salvare i rispettivi malconci partiti dandosi come modello
proprio il Pd italiano.
È un effetto collaterale del miracolo delle elezioni europee. Ps e
Psoe, messi all’angolo rispettivamente dai lepenisti e dai
simil-grillini di Podemos, hanno guardato con invidia alla batosta che
Renzi ha inflitto alle destre e agli antisistema. Così hanno deciso di
mettersi in scia. Dichiarandolo apertamente: abbiamo bisogno di un
Renzi, a Parigi e a Madrid.
Per chi ha vissuto gli anni Novanta, diventa inevitabile ripensare a
quando Prodi riceveva a Firenze Clinton e i leader della Terza via, a
quando D’Alema, Veltroni, Rutelli, Letta andavano in processione a
Londra per farsi benedire dagli spocchiosetti capi del New Labour.
Chiaro, stiamo bassi coi confronti. Renzi e i suoi cugini non hanno
neanche abbozzato un impianto ideologico simile a quello che ruotava
intorno alla globalizzazione ottimista, e che ha resistito perfino alle
delusioni e alle smentite del default finanziario. Su molte cose i tre
sono diversi e comunque partono in ritardo (Valls ha fatto scandalo per
aver detto su imprenditori e operai la metà di ciò che disse Veltroni al
Lingotto). Però è impossibile che Renzi non si identifichi almeno un
po’ col suo mito Blair, che del resto l’ha più volte incoraggiato e
riconosciuto.
Aspettiamo domenica per vedere se sarà davvero remake della
Terza via, a trazione mediterranea e non più nordeuropea. E soprattutto
per capire se e quanto ci credono loro, figliocci di Clinton (non
potendoli obiettivamente apparentare con Berlinguer, Marchais e Santiago
Carrillo).
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