La Repubblica - 12/9/14
Approvati i primi emendamenti al
disegno di legge delega sul lavoro: ferie cedibili in caso di
necessità di cura per i figli e maggiori garanzie di
“ricollocazione” con i voucher per le agenzie. Rinviata a martedì
la discussione sull’articolo 18
Entra nel vivo l’esame del Jobs Act e
comincia a delinearsi un nuovo mercato del lavoro: più flessibile
non solo per i contratti di assunzione, cioè in entrata, ma anche
nell’organizzazione interna delle aziende. Un passo verso il
modello tedesco.
Ieri la Commissione Lavoro del Senato
ha approvato un emendamento del governo che permette di far leva
sulla riduzione dell’orario di lavoro sia per difendere i posti di
lavoro in casi di ristrutturazioni aziendali (come è accaduto per
esempio di recente alla multinazionale svedese dell’Electrolux) ma
pure per accrescere i livelli occupazionali. Una spinta insomma
all’uso dei contratti di solidarietà in chiave “espansiva”:
meno orario, meno salario ma più posti di lavoro.
Dal modello “solidaristico” tedesco
a quello francese.
Perché è stata approvata
all’unanimità anche una norma che introduce le ferie solidali, già
previste Oltralpe. Un lavoratore potrà cedere i giorni di riposo in
più (eccedenti il numero previsto dal contratto nazionale) a un
collega (maschio o femmina), genitore di un figlio che «necessita di
presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di
salute».
Via libera anche al contratto di
ricollocazione, già in fase di sperimentazione per gli esuberi
previsti dall’ultimo piano di riorganizzazione dell’Alitalia da
parte della Regione Lazio, con l’obiettivo di renderlo strutturale,
garantendo l’effettivo reinserimento nel mercato a chi ha perso
l’occupazione.
È passata in Commissione anche una
norma che combatte lo scandalo delle dimissioni in bianco alla quali
sono costrette spesso le lavoratrici. Sono stati introdotti criteri
per garantire la data «certa e autentica» della scelta di
dimettersi.
E ora la discussione si sposterà sulle
norme relative all’introduzione del contratto a tutele crescenti. È
lì, dunque, che si dovrà sciogliere il nodo dell’articolo 18
dello Statuto dei lavoratori. Lo ha detto chiaramente il presidente
della Commissione Lavoro di palazzo Madama, Maurizio Sacconi (Ncd):
«Dopo aver irrobustito le politiche di protezione attiva dei senza
lavoro, ora ci attende la riforma dello Statuto dei lavoratori, con
lo scopo di incoraggiare la propensione ad assumere, di aumentare la
dimensione delle imprese, di accrescere la produttività del lavoro».
Dichiarazione che implicitamente considera tra le norme da riscrivere
pure l’articolo sui licenziamenti. D’altra parte questo è
l’obiettivo dei partiti di centro e di destra della maggioranza,
mentre non lo è per il Pd. Con il governo che non ha ancora deciso
come schierarsi. Si dovrà cercare un accordo. La discussione
riprenderà martedì. «L’obiettivo — ha detto il sottosegretario
al Lavoro, Teresa Bellanova — è arrivare a una posizione solida
nella maggioranza».
Secondo i piani del governo la legge
delega (il Jobs Act, secondo la definizione che ne ha dato il
presidente Renzi) dovrebbe essere approvato dalle due Camere tra la
fine di ottobre e l’inizio di novembre. Entro i primi mesi del 2015
dovrebbero poi arrivare i decreti sui quali stanno già lavorando gli
uffici del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
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