martedì 13 gennaio 2015

Un brutto inizio d'anno...


Riccardo Imberti
I fatti drammatici della strage di Parigi segnano un inizio anno a dir poco preoccupante. L'azione terroristica  ha riaperto con forza la polemica sull'immigrazione e richiano di accrescere il timore, da parte dei cittadini europei e perciò italiani, della paura del diverso. Ancora una volta dopo fatti di questo genere si riapre la polemica tra coloro che dichiarano l'Islam ispirazione e fonte di violenza e chi ritiene, al contrario, che la stragrande maggioranza di quel popolo sia per la pace. Chi crede necessario chiedere a questa maggioranza che deve farsi carico di contribuire alla sconfitta delle frange criminali. Senza dimenticare anche le tesi di complottismo che ogni volta accadono fatti di questa natura non trovano di meglio che  individuare nei servizi segreti  i protagonisti dei misfatti del mondo.
Di tutto questo in questi giorni abbiamo visto e ascoltato. Naturalmente ognuno si è fatto una propria idea su ciò che sta accadendo grazie ai network che ormai da tempo ci aggiornano in tempo reale.
A seguito dei fatti di Parigi, alcuni amici hanno riconsiderato le ultime fatiche di Oriana Fallaci come profetiche riguardo all'Islam. Proprio da qui voglio partire per  esprimere il mio modesto pensiero. 
Scriveva la Fallaci nel suo libro "La rabbia e l'orgoglio": "...Sto parlando alle persone che pur non essendo stupide o cattive, si cullano ancora nella prudenza e nel dubbio. E a loro dico: sveglia, gente, sveglia! Intimiditi come siete dalla paura d' andar contro corrente cioè d' apparire razzisti (parola oltretutto impropria perché il discorso non è su una razza, è su una religione), non capite o non volete capire che qui è in atto una Crociata alla rovescia. Abituati come siete al doppio gioco, accecati come siete dalla miopia, non capite o non volete capire che qui è in atto una guerra di religione. Voluta e dichiarata da una frangia di quella religione, forse, comunque una guerra di religione. Una guerra che essi chiamano Jihad. Guerra Santa. Una guerra che non mira alla conquista del nostro territorio, forse, ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime. Alla scomparsa della nostra libertà e della nostra civiltà. All' annientamento del nostro modo di vivere e di morire, del nostro modo di pregare o non pregare, del nostro modo di mangiare e bere e vestirci e divertirci e informarci...". 
Affermazioni durissime che, in momenti come questi, fanno breccia anche tra coloro che nella loro vita si sono distinti per essere persone tolleranti, capaci di capire le difficoltà e le ragioni degli altri. 
Io credo che sul piano politico i Paesi democratici debbano coordinarsi per metter in atto, il meglio della propria intelligence e tutto quanto si rende necessario per fermare questi criminali fanatici, ma sò anche che nella storia, la forza da sola, non è mai stata sufficiente a fermare i crimini. Oggi, viste le caratteristiche di queste cellule terroristiche, la forza da sola rischia di allargare i conflitti tra i cittadini, aumentare l'odio e  rendere tutti più insicuri.  Accanto alla forza, serve capire il mondo che cambia, riprendere il dialogo con tutti gli uomini di buona volontà, pretendere la condanna della violenza da parte di tutte le grandi religioni e fare della libertà di pensiero e di culto, il discrimine principale della convivenza.
Proprio questa mia convinzione mi ha portato a condividere un passo importante della risposta che diede allora Tiziano Terzani alla Fallaci. Scriveva Terzani: 
"...L’orrore indicibile è appena cominciato, ma è ancora possibile fermarlo facendo di questo momento una grande occasione di ripensamento. E un momento anche di enorme responsabilità perchè certe concitate parole, pronunciate dalle lingue sciolte, servono solo a risvegliare i nostri istinti più bassi, ad aizzare la bestia dell’odio che dorme in ognuno di noi ed a provocare quella cecità delle passioni che rende pensabile ogni misfatto e permette, a noi come ai nostri nemici, il suicidarsi e l’uccidere. “Conquistare le passioni mi pare di gran lunga più difficile che conquistare il mondo con la forza delle armi. Ho ancora un difficile cammino dinanzi a me”, scriveva nel 1925 quella bell’anima di Gandhi. Ed aggiungeva: “Finché l’uomo non si metterà di sua volontà all’ultimo posto fra le altre creature sulla terra, non ci sarà per lui alcuna salvezza”.
E tu, Oriana, mettendoti al primo posto di questa crociata contro tutti quelli che non sono come te o che ti sono antipatici, credi davvero di offrirci salvezza? La salvezza non è nella tua rabbia accalorata, né nella calcolata campagna militare chiamata, tanto per rendercela più accettabile, “Libertà duratura”. O tu pensi davvero che la violenza sia il miglior modo per sconfiggere la violenza? Da che mondo è mondo non c’è stata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre. Non lo sarà nemmeno questa....".
Nelle ore drammatiche e difficili di questi giorni, queste e non altre, sono le parole che devono guidare i nostri comportamenti.

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