mercoledì 7 gennaio 2015

Tensioni tra il Tesoro e Palazzo Chigi 
Renzi: Berlusconi sconterà tutto.


Corriere della Sera 07/01/15
Marco Galluzzo
Le correzioni al decreto sul fisco arriveranno il 20 febbraio e non conterranno alcun favore per Berlusconi. Ieri sera Renzi è intervenuto per la quarta volta in due giorni sull’argomento, dicendo che «per evitare polemiche, per togliere di mezzo ogni discussione, è più opportuno inserire anche questo decreto nel pacchetto di riforme fiscali», che verrà approvato il mese prossimo.

Il corollario della decisione ha l’obiettivo di escludere in modo categorico che il leader di Forza Italia possa essere in qualche modo favorito da una riforma fiscale: «Noi cambiamo il fisco per gli italiani, non per Berlusconi. Senza fare sconti a nessuno, nemmeno a Berlusconi, che sconterà la sua pena fino all’ultimo giorno». Ma allo stesso tempo lascia aperta la porta alla soluzione tecnica che verrà trovata a febbraio: ieri la minoranza interna al Pd ha criticato la decisione di lasciare in sospeso la materia, mentre sembra che il ministero di Padoan fosse pronto a una correzione rapida che potesse essere messa subito nero su bianco.

 Renzi ha chiarito innanzitutto una cosa: «Noi non facciamo norme ad personam, né contra personam, una legge si adotta se serve agli italiani. Questa ossessione su Berlusconi sia da parte di chi lo ama, che da parte di chi lo odia non mi riguarda. A forza di pensare a lui, per anni si sono dimenticati degli italiani». 

C’è dunque da aspettarsi che in queste settimane verrà messa a punto una correzione che escluda qualsiasi influenza sull’ex premier. Ma non per questo il testo che alla fine verrà adottato risponderà alla filosofia che vorrebbe il Mef: per il premier resta giusto avere una soglia di non punibilità per alcuni reati fiscali, aumentando pene e sanzioni per quelli più odiosi, per dare reale efficacia, potere deterrente, alle pene, e per non ingolfare i tribunali.

 Una filosofia che ieri Renzi ha confermato: la norma che ha prodotto polemiche è «una norma semplice che rispetta il principio di proporzionalità». «Si può naturalmente eliminare, circoscrivere, cambiare, — ha puntualizzato —, il fatto che si siano adeguate le soglie di punibilità (il colpevole paga lo stesso, tutto, fino all’ultimo euro ma con sanzioni amministrative e non penali) e che si rispetti il principio di proporzionalità è sacrosanto. Poi nel merito si può cambiare tutto».

 Ma proprio continuare a ragionare è un errore per la minoranza interna al Pd, «si tratta di una decisione sbagliata che rischia di aumentare fortemente polemiche e sospetti», scriveva ieri il deputato Alfredo D’Attorre aggiungendo che «temi come la lotta all’evasione e alla corruzione per il Pd devono avere il massimo dell’urgenza». Rincara la dose Stefano Fassina, «sul decreto fiscale la propaganda premier è indecente, offensiva per l’intelligenza degli italiani. La delega fiscale ha il fine di eliminare le cause dell’evasione di sopravvivenza e colpire la grande evasione. Mentre il decreto è peggio di un condono: l’impianto del provvedimento, a prescindere da Berlusconi, — conclude l’esponente della sinistra pd — premia la grande evasione». Insomma se voleva mettere a tacere le polemiche il capo del governo ci è riuscito solo in parte.




Nessun commento:

Posta un commento