mercoledì 21 gennaio 2015

Dimissioni

I giorni scorsi sono stati caratterizzati da dimissioni.
Dimissioni 1.
Il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deciso di lasciare la carica, a dir suo, per raggiunti limiti di età. A Napolitano è toccato di gestire una fase difficilissima della vita politica del nostro Paese e lo ha saputo fare con grande equilibrio e saggezza.  In tante occasioni ha dimostrato di essere arbitro di un Paese in profonda crisi economica e politica, riuscendo a mantenere  la credibilità dell'Italia nei confronti del mondo. Ha saputo gestire un quadro politico confuso e difficile da comporre e  spesso inascoltato, ha richiamato più volte le forze politiche alle proprie responsabilità. Certamente avrà commesso errori, ma in complesso mi sento di dire positivo. 
A seguito delle sue dimissioni non sono mancate voci critiche del suo operato. Nulla di nuovo da parte dei 5 stelle che ad ogni pié sospinto hanno accusato Napolitano di essere responsabile principale di tutti i mali del Paese. Molto meno giustificate sono state le critiche di Berlusconi che, al contrario, dovrebbe ringraziare Napolitano non solo per la moderazione con la quale ha trattato il suo caso giudiziario, ma anche perchè quando il condannato, ha dovuto dare le dimissioni, non ha sciolto il Parlamento affidando a Monti l'incarico di governo. Questa scelta è stata forse la più controversa e qualche eccesso di incertezza e di prudenza c'è stato. Forse sarebbe stato meglio sciogliere le Camere. Non averlo fatto  non ha consentito la probabile vittoria del centrosinistra. Ma così è stato. 
Infine, ha accettato di essere riconfermato a Presidente, per la prima volta nella storia repubblicana, a seguito del disastro della gestione Bersani e del PD, nell'elezione del suo successore. 
Ora tutto è nelle mani del parlamento, quello dei 101franchi tiratori e c'è da augurarsi, che non si ripeta quel brutto film. Purtroppo, visto quello che sta accadendo in queste ore al senato, i segnali ci sono tutti, personaggi riconducibili alla minoranza interna al PD, che non paiono avere ancora superato lo shoc della sconfitta congressuale e ad ogni pié sospinto, con ogni mezzo, tentano la rivincita.
 
Dimissioni 2.
Nelle primarie in Liguria qualche scorrettezza sicuramente c'è stata. Il collegio dei garanti ha rilevato delle irregolarità e ha annullato l'esito del voto in 13 seggi, 8 vinti dalla Paita e 5 vinti da Cofferati. Nonostante questo intervento dei garanti, Cofferati ha perso. Da come ha reagito  pare che non ci sia abituato.  Sarà la scuola CGIL, sarà la sua abitudine a sentirsi indispensabile, sta di fatto che dopo l'esito ligure ha deciso di andarsene dal Partito Democratico con toni di sfida. In futuro si vedrà.
Ho riflettuto su questa vicenda e sul personaggio e dico subito che, se io fossi stato un cittadino ligure, non l'avrei votato. Non l'avrei votato e credo non sarei stato il solo. Da qualche anno a questa parte la sua storia è quanto di più inaccettabile esista per chi crede nella politica come servizio e sulla necesità di modificare i comportamenti dei suoi rappresentanti. 
Cofferati eletto Sindaco di Bologna, al termine del primo mandato aveva deciso e dichiarato di volersi ritirare, per dedicare il suo tempo alla famiglia. Ma appena è capitata l'occasione, alle elezioni Europee ha sentito che non poteva mancare all'appuntamento e si è candidato in Lombardia. Ma a Bruxelles deve essersi annoiato quasi subito e ha pensato di rientrare nel suo Paese e nella sua Liguria. E' andata male, pensava di stravincere, non è successo e quindi si è dimesso dal partito. Forse nesuno gli ha detto che ha perso anche per questa sua presunzione. Peccato. Chissà che farà ora che se ne andato: diventerà lo Tsipras italiano con Landini, Camusso e Vendola, per l'ennesima nuova sinistra? Un deja vu per chi conosce la nostra storia con risultati a dir poco fallimentari, spesso causa di sconfitte pesanti. L'importante è la lotta, la piazza e dire no ad ogni pié sospinto. Così va il mondo.
 

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