sabato 3 gennaio 2015

«Ci giochiamo il futuro in Europa»
Parte la corsa greca.


Corriere della Sera 31/12/14
Maria Serena Natale
«È in gioco il futuro della Grecia in Europa», il premier Antonis Samaras getta subito il guanto di sfida. Fallito l’accordo parlamentare sul nuovo presidente della Repubblica, parte la procedura costituzionale che impone lo scioglimento del Parlamento e la convocazione del voto anticipato. Via alla campagna elettorale.

Nell’incontro di rito con il capo dello Stato uscente Karolos Papoulias, Samaras ha ripetuto più volte la parola chiave intorno alla quale si giocherà la partita greca nelle prossime settimane, «responsabilità». «Il popolo non vuole le elezioni. Non sono necessarie, sono il risultato di interessi di parte — ha dichiarato il leader del partito conservatore Nuova Democrazia —. Quando si tratta della sicurezza e della stabilità del Paese, la battaglia è sulla verità e sulla responsabilità. Qui non sono i partiti a venire prima, ma la nazione».

Messaggio ad Alexis Tsipras, leader della coalizione della sinistra radicale Syriza, e ai suoi possibili alleati di governo. Con un vantaggio su Nuova Democrazia che varia fra i tre e i sei punti percentuali, secondo un sondaggio pubblicato ieri Syriza otterrebbe il 28% dei consensi, non abbastanza per governare e difendere in autonomia un programma che prevede lo stop alle politiche di rigore, la ristrutturazione del debito e la revisione degli accordi con la troika dei creditori internazionali (Ue, Bce e il Fondo monetario che ieri ha sospeso gli aiuti in attesa di sviluppi).

Se Syriza vincesse ma non riuscisse a formare una coalizione, si tornerebbe al voto, come già accaduto nel 2012. In prima linea tra i partiti che potrebbero sostenere Tsipras c’è «To Potami», la formazione di centro-sinistra fondata lo scorso febbraio dal giornalista anti-corruzione Stavros Theodorakis, accreditata di un 6% che ne farebbe la terza forza e guardata con interesse dagli elettori delusi dalla socialdemocrazia allo sbando di Pasok — l’ex leader George Papandreou, figura storica della sinistra ellenica, sta per lanciare un nuovo movimento. Uno scenario d’incertezza e forte polarizzazione che penalizza i piccoli partiti.

Cancellerie e mercati tendono a circoscrivere la turbolenza, allontanando lo spettro di un’uscita della Grecia dall’euro ed escludendo possibilità di contagio in forza dei progressi compiuti da Atene negli ultimi anni. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha ribadito che «non ci sono alternative» alla prosecuzione delle riforme richieste dalla troika per chiudere il programma di salvataggio. Si vota il 25 gennaio.




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