lunedì 9 dicembre 2013

Un nuovo leader, un altro Pd

Mario Lavia 

Europa  

La valanga-Renzi chiude una stagione, oltre la storia Pci-Pds-Ds. Da domani rimboccatevi le maniche e non fate i capricci
Prima notizia. Matteo Renzi ha vinto. Vedremo con quale cifra, sembra il 70 per cento, forse meno. Comunque, una valanga. È una svolta anche dal punto – come dire? – psicologico per la sinistra italiana. Il cui leader da oggi è un giovanotto che non proviene dalla sinistra storica. È un “nativo” del Pd. In un certo senso, il fattore K cade definitivamente oggi: non nel senso della legittimità di governare (questa è una cosa acquisita da anni) ma nella possibilità che il partito della sinistra sia davvero “scalabile”. Anche da uno completamente “nuovo”, e per di più urticante rispetto alle abitudini storiche della sinistra. Vada, Renzi, dritto come un treno. Sapendo parlare a tutte le anime del partito.
Seconda notizia. La sinistra, l’apparato, la tradizione, i seguaci di Bersani e D’Alema: tutto questo non basta più. Il popolo dem vuole altro. È una storia che resta, ma minoritaria. Da domani il Pd non sarà più l’ennesima stazione del “viaggio” Pci-Pds-Ds.
Terza notizia. C’è un pezzo d’Italia che malgrado la stanchezza, la crisi, persino lo schifo, per tante cose della vita politica ci crede ancora. Crede nella possibilità di fare qualcosa. Di innovativo. In grado di scrivere un capitolo completamente diverso dopo il ventennio. Questo pezzo d’Italia – costituito dagli italiani, iscritti al Pd e non, che oggi sono andati ai gazebo in un numero non previsto, oltre 2 milioni – individua quel partito come il solo strumento di massa che può cambiare il corso delle cose. Ma si deve sapere che in questa partecipazione c’è un’esigenza che va colta: serve un Pd nuovo, diverso, distante da pratiche e liturgie della vecchia politica.
Quarta notizia. Il “miracolo”  della partecipazione di oggi si deve in particolare a un uomo che si chiama Romano Prodi. È lui che ha dato il taglio giusto alla fase finale della campagna congressuale. Ha capito, e fatto capire a tutti, come la posta in palio non fosse solo la leadership del Pd ma la possibilità stessa di non smarrire il filo del cambiamento, indissolubilmente legato alla difesa di quel sistema bipolare messo in forse dalla decisione della Consulta.
Quinta notizia. Da adesso c’è un nuovo gruppo dirigente del Pd. C’è Renzi, che è il leader. E ci sono Gianni Cuperlo e Pippo Civati, anche loro “eroi” di questa avventura, grandi protagonisti di una bella competizione. E nel Pd c’è Enrico Letta, un esponente di primissimo ordine con il quale il nuovo segretario dovrà confrontarsi prestissimo. E altre personalità stanno venendo avanti. Ora però una preghiera: da domani rimboccatevi le maniche. E, per favore, non fate i soliti capricci.

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