sabato 28 dicembre 2013

Effetto sindaco: «fuga» da destra,
Monti e 5 Stelle verso il Pd.

corriere della sera 
27 dicembre 2013
 
MILANO — Elettori infedeli, pronti al tradimento o all’abbandono. Solo il 41% rivoterebbe adesso lo stesso partito scelto a febbraio alle Politiche. Poco di più, il 55%, la stessa coalizione. Il resto, in caso di elezioni, è pronto a cambiare partito o preferire l’astensione. E chi ci guadagnerebbe, da questa situazione, è il centrosinistra, soprattutto il Pd a guida Renzi. Verso cui si indirizzano, più che per altri, le intenzioni di voto degli infedeli che non intendono confermare la scelta di febbraio. La ricerca di Lorenzo De Sio e Aldo Paparo del Cise (rilevazioni dal 16 al 22 dicembre) parla di «una grande turbolenza delle intenzioni di voto», con «una mobilità significativa». Pur nella turbolenza, il vento soffia a vantaggio del Pd: in maniera così marcata da spingere, per la prima volta, i ricercatori a non presentare i risultati delle rilevazioni sulle intenzioni di voto (comunque «ben oltre quei sei punti di “effetto Renzi” individuati da vari istituti nelle ultime settimane»). Si trovano nel centrosinistra gli elettori più fedeli: l’80% rivoterebbe la coalizione. Inoltre, un decimo di quanti si sono astenuti a febbraio dichiara che, se si votasse adesso, sceglierebbe Pd. Stessa scelta che farebbe un elettore su 4 dei montiani, il 15% di chi ha votato Cinquestelle e il 13% del centrodestra. Il Movimento di Grillo e Forza Italia registrano tassi bassi di fedeltà: meno della metà dell’elettorato confermerebbe ora la preferenza di febbraio. Altri due aspetti, per i ricercatori, accomunano le due forze ora all’opposizione: un flusso verso l’astensione superiore a un terzo del proprio elettorato e rilevanti passaggi verso il centrosinistra. Peggiori i dati del centro: un elettore su tre che a febbraio si era affidato alla coalizione di Monti cambierà scelta. C’è da essere prudenti, trattandosi di intenzioni di voto. Eppure «appare sorprendente», spiegano i ricercatori del centro diretto da Roberto D’Alimonte, che a pochi mesi dalle Politiche quote molto importanti di elettori riferiscano che cambierebbero voto: «A nostro parere è difficile non mettere i dati osservati in relazione con l’emersione nel centrosinistra della leadership di Renzi. Si sa da tempo che il sindaco ha una capacità di comunicazione che va oltre il bacino tradizionale del centrosinistra e i dati sembrano confermare questa ipotesi». Giorni fa proprio uno studio del Cise spiegava come Renzi, alle primarie, abbia conquistato gli elettori di sinistra, trovandosi ora di fronte alla vera sfida: allargare la base. Ovvero, confermare questi dati alle prossime elezioni.


Renato Benedetto

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