lunedì 9 dicembre 2013

Gianni Cuperlo sconfitto: sala mezza vuota e nessuno ci mette la faccia, la sera in cui finisce l'era Pci-Pds-Ds

Andrea Punzo
Uffingtonpost - 8/12/2013 
 
Ci sono le facce tristi e preoccupate, le dichiarazioni di facciata e i tentativi di sminuire il risultato. C’è il coraggio (a dire il vero davvero di pochi) di metterci la faccia e la codardia di chi si nasconde dietro le colonne. Ci sono le fughe, le assenze e poi c’è una sala in gran parte vuota, nessuno osa sedersi sulle sedie rosse (un caso?) in prima fila. E poi gli applausi, pochi, di pochi.


C’è tutto questo e molto di più nella sconfitta di Gianni Cuperlo. L’uomo rimasto solo al comando di qualcosa che non esiste più. Di un’idea di partito, di una classe dirigente, di un mondo, di un’appartenenza, di sigle, di ex e di post. Tutto spazzato via nel giro di un attimo, il tempo di un giorno, questo l’8 dicembre, che resterà impresso come il giorno della sconfitta di una certa idea di sinistra, di una sinistra che fa i conti con i numeri e con i secondi posti, l’ennesimo. Una sinistra spazzata via dalla rottamazione, dal nuovo che avanza, dalla leadership.

Raccontare questa serata significa raccontare persone che ci hanno provato e che non ci sono mai riuscite. Significa ascoltare l’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti seduto in fondo alla sala che prova a gettare acqua sul fuoco con frasi di circostanza ma che ha nel volto tutt’altro pensiero. Significa parlare con Matteo Orfini che dice che il problema di Renzi saranno i renziani. Significa vedere Stefano Fassina che ci mette la faccia rendendosi conto di essere il solo big ad averlo fatto. Significa vedere il sorriso a denti stretti del segretario dello Spi (i pensionati per intenderci) Cgil Carla Cantone, lei che con una lettera aveva provato a convincere i suoi a votare Gianni.

E poi Cuperlo: "La mia preoccupazione più grande -dice - di questa sera e' che qualcuno tra coloro che si sono spesi si possano sentire delusi nelle loro aspettative, nelle loro attese: non e' cosi' io mi sono candidato e ho perso" Colpe non sue di cui si assume la responsabilità: "Per quello quello che non siamo riusciti a fare la colpa è solamente mia".

Ascoltarlo che parla di strade ancora da percorrere e treni su cui salire da la dimensione della totale assenza di argomenti, di difese di fronte a una valanga che ha ormai travolto tutti, nessuno escluso. Restano macerie, amarezza, silenzio. Resta un'unica certezza: è finita, the end. Nessuno escluso.


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