venerdì 13 dicembre 2013

Cuperlo presidente, ora il congresso è finito

Mario Lavia 

Europa  

Perché il principale competitor di Renzi alla fine ha accettato. Domenica a Milano l'assemblea nazionale in un clima di pacificazione interna
Con il sì di Gianni Cuperlo ad assumere la carica di presidente dell’assemblea nazionale di fatto si conclude davvero il congresso del Pd.
L’ex leader della Fgci, arrivato secondo alle primarie seppure a lunga distanza da Matteo Renzi, ha dunque vinto le sue resistenze dovute al timore che l’assunzione di questo ruolo potesse suonare come una rinuncia a proseguire la battaglia politica della componente di sinistra. Un timore fugato dal pressing di Renzi; e dalla convinzione che il precedente di Rosy Bindi, una presidente che certo in questi anni non le ha mandate a dire, può essere replicato anche con il nuovo segretario.
Renzi da parte sua ottiene un gesto “unitario” dal suo principale competitor. Il che non prelude a quella che un tempi di chiamava “gestione unitaria” del partito ma esclude “guerre civili” perlomeno con la sinistra cuperliana. E forse prepara un ulteriore allargamento della segreteria ad esponenti dei Giovani turchi, l’ala “giovane” della sinistra, che non a caso è stata quella che, nella minoranza, più ha spinto affinché Cuperlo accettasse la carica offertagli.

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