venerdì 22 maggio 2015

«Viaggi, un nuovo pagatore per Formigoni».

Corriere della Sera 22/05/15
Luigi Ferrarella
Contanti stimati in 447.000 euro, un orologio Bulgari, viaggi in Sudafrica e Croazia, il noleggio di un aereo privato per la Sardegna e l’affitto di due elicotteri per Sankt Moritz e la Valtellina: quando non poteva più contare su Pierangelo Daccò (causa l’inchiesta su questo mediatore dei fondi stanziati dagli ospedali San Raffaele e Maugeri per assicurarsi favorevoli delibere del Pirellone), l’allora presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni avrebbe iniziato a ricorrere ad un munifico finanziatore di riserva, Massimo Gianluca Guarischi, ex consigliere regionale di Forza Italia diventato intermediario della Hermex Italia srl, impresa distributrice esclusiva dell’acceleratore lineare diagnostico «Vero». 
 È quanto la Procura di Milano contesta al senatore Ncd e presidente della commissione Agricoltura nell’«avviso di conclusione» d’indagine su un’ipotizzata corruzione ulteriore rispetto a quella per la quale Formigoni è già a processo: indagine che incrimina per abuso d’ufficio, con l’ex direttore generale della Sanità lombarda Carlo Lucchina, anche l’ex sottosegretario alla Presidenza regionale, Paolo Alli, oggi deputato e tesoriere nazionale del Nuovo centrodestra, e vicepresidente dell’Assemblea parlamentare della Nato. 
 Per Formigoni è lo sviluppo di quanto affiorava già nella sentenza che nel novembre 2014 aveva condannato in primo grado Guarischi a 5 anni per corruzione, mentre Giuseppe Lo Presti nel giugno 2013 aveva patteggiato 2 anni e 10 mesi. Ora i pm Gittardi-D’Alessio-Fusco elencano a Formigoni le «utilità ricevute da Guarischi, che operava come intermediario nei rapporti corruttivi con Lo Presti». 
 Dopo aver «accettato la promessa di 900.000 euro», Formigoni per i pm «poi ne riceveva» 447.000 in contanti che Guarischi nell’estate 2012 aveva da Hermex grazie a sovrafatturazioni. C’è poi «un orologio Bulgari in acciaio da 3.500 euro acquistato nel dicembre 2010 da Lo Presti in via Montenapoleone su indicazione di Guarischi e consegnato a Guarischi per la successiva dazione» a Formigoni. Quindi le «spese da parte di Guarischi in favore di Formigoni per viaggi e soggiorni turistici all’estero»: come quello in Sudafrica dal 27 dicembre 2011 al 4 gennaio 2012, valore di 55.000 euro di cui «Guarischi sosteneva quota parte riferibile a Formigoni per circa 7.000 euro»; o quello in Croazia (con noleggio di imbarcazioni) dal 23 al 30 giugno 2012 e dal 28 agosto all’8 settembre 2012, «da 11.900 e 17.900 euro». 
 Guarischi paga il noleggio a giugno 2010 di un aereo per Olbia (11.880 euro), nel marzo 2011 di un elicottero in Valtellina (8.000 euro) e di uno per Sankt Moritz nel dicembre 2011 (6.000 euro). 
 In cambio di cosa? Di niente, aveva sempre affermato Formigoni, smentendo di aver mai ricevuto contanti, e sui viaggi distinguendo i suoi rapporti amicali con Guarischi da qualunque possibile riflesso istituzionale e imprenditoriale. Ma Lucchina testimonia di aver dovuto incontrare (in modo del tutto anomalo rispetto alle consuetudini) l’imprenditore Lo Presti perché fu Formigoni «ad attivarsi tramite la propria segreteria facendo fissare l’incontro», al quale ne seguì «un altro diretto a ottenere il finanziamento per l’acquisto del macchinario all’ospedale di Cremona». Con «gli specifici apporti di Lucchina, di Guarischi e dell’allora assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani», Formigoni avrebbe «influito su contenuto e tempi degli atti discrezionali assunti dala Giunta il 22 dicembre 2011 e il 9 maggio 2012» per «stanziare all’ospedale di Cremona e all’Istituto dei Tumori di Milano 8 milioni ciascuno necessari perché gli ospedali acquistassero il macchinario». Su Cremona, oltre alla «procedura negoziata senza bando di gara e con invito alla sola Hermex», la Regione «omise una preventiva istruttoria e valutazione tecnico-economica sulla congruità del costo dell’apparecchiatura, determinato in 8,3 milioni» quando nel giugno 2010 era stata data all’ospedale di Como una valutazione inferiore di ben 2,6 milioni. 
 Su Milano, invece, Lucchina e Alli sono accusati di abuso d’ufficio per aver «fatto convocare nell’ufficio di Alli l’1 marzo 2013, su richiesta di Guarischi attivato a sua volta da Lo Presti, il direttore generale dell’Istituto dei Tumori, Gerolamo Corno, chiedendogli ragione del mancato utilizzo del finanziamento e esercitando pressioni al fine di far avviare da Corno la procedura dell’acquisto del macchinario». 



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