ALBERTO D’ARGENIO
La Repubblica 10 maggio 2015
Ecco la bozza della nuova Agenda della
Commissione Via libera all’affondamento dei barconi e aiuti ai
paesi di origine.
È una rivoluzione nel segno della
solidarietà quella in arrivo da Bruxelles sulla politica europea per
l’immigrazione: obbligo per tutti paesi ad accogliere chi sbarca
sulle coste italiane o degli altri paesi rivieraschi, missioni nei
porti libici per sequestrare e distruggere i barconi dei trafficanti
di esseri umani, aiuti ai paesi di origine e transito per sgominare
le bande criminali che ruotano intorno alla Libia. Sono questi i
punti cardine della nuova Agenda sull’immigrazione che, salvo
sorprese, sarà approvata mercoledì dalla Commissione europea e le
cui bozze iniziano a circolare tra le Cancellerie continentali. Un
testo ambizioso oltre ogni aspettativa anche grazie all’impegno
personale del presidente dell’esecutivo comunitario, Jean Claude
Juncker, dell’Alto rappresentante per la politica estera
dell’Unione, Federica Mogherini, del vicepresidente Frans
Timmermans e del commissario all’Immigrazione Dimitris
Avramopoulos.
Sembra dunque che in Europa si sia
finalmente sviluppata una nuova sensibilità sulle tragedie che
periodicamente si consumano nel Mediterraneo. Un ruolo tristemente
centrale lo ha avuto la strage di aprile quando nel Canale di Sicilia
sono morti 900 migranti e dopo la quale l’Italia aveva ottenuto un
summit straordinario dei capi di Stato e di governo a Bruxelles. Da
quel momento la percezione politica è cambiata permettendo alla
Commissione di preparare un testo di spessore che sarà discusso, e
approvato, dal collegio preceduto da Juncker mercoledì prossimo. Un
passaggio non facile: in molti si aspettano un dibattito acceso tra i
commissari europei, non tutti ancora convinti della necessità di un
salto di qualità di questa portata.
Se passerà l’Agenda dovrà poi
essere approvata dal Consiglio (i governi) e dal Parlamento di
Strasburgo. Altro percorso non facile. Basta leggere le dichiarazioni
rilasciate preventivamente ieri del premier ultranazionalista
ungherese Victor Orban: «È un’idea folle quella di dividere gli
immigrati fra i paesi dell'Unione, mi opporrò». E ieri
l’ambasciatore libico all’Onu, Ibrahim Dabbashi, ha affermato che
la Libia non appoggia l’idea di interventi europei nelle sue acque
territoriali. Dunque per portare a casa il risultato servirà una
vera battaglia politica dentro e fuori all’Unione: in prima linea
oltre a Juncker ci saranno Renzi, Merkel e Hollande.
Nel dettaglio l’Agenda prevede una
serie di azioni immediate per rispondere all’emergenza migranti e
alle stragi in mare accompagnate da misure di mediolungo termine per
cambiare la politica migratoria europea.
La novità di maggior rilievo, se verrà
confermata mercoledì, è la proposta di creare un sistema di quote
obbligatorie di ripartizione tra tutti i paesi europei dei migranti
già presenti sul territorio dell’Unione. Per fare un esempio, gli
stranieri oggi stipati nei centri d’accoglienza italiani o maltesi,
ormai al collasso, saranno sparpagliati tra i Ventotto con un
criterio di quote obbligatorio al quale nessun governo potrà
sottrarsi. Saranno poi i paesi in questione a occuparsi delle
pratiche di asilo o dei rimpatri in modo da alleggerire non solo i
paesi che fronteggiano gli sbarchi, ma anche quelli dove la
maggioranza dei rifugiati poi si stabilisce come Germania, Svezia,
Francia, Italia o Belgio.
Nel medio termine si propone anche una
revisione delle politiche di asilo: l’obiettivo è il mutuo
riconoscimento delle decisioni di un singolo paese in modo che se ad
uno straniero viene riconosciuto lo status di rifugiato, questo possa
poi trasferirsi da una nazione all’altra all’interno dell’Ue.
Insomma, sarà un asilante europeo, non italiano, francese o tedesco
come avviene oggi.
La Commissione proporrà anche il
contrasto alle attività dei trafficanti nel Mediterraneo, come
chiesto dal summit straordinario di aprile. Si tratta di un missione
chiamata a intercettare i barconi degli scafisti anche in acque
territoriali libiche, persino dentro ai porti, sequestrarli prima
della partenza ed eventualmente affondarli. Per dare chance di
successo alla missione Bruxelles propone anche un lavoro di stretta
condivisione di informazioni tra le intelligence europee.
Proprio lunedì Mogherini sarà a New
York per tessere la tela al Consiglio di Sicurezza, vista la
necessità di agire all’interno del diritto internazionale.
L’Europa punta ad avere una risoluzione delle Nazioni Unite che dia
il via libera alla missione entro il summit europeo del 25 e 26
giugno per permettere ai leader Ue di lanciarla prima di luglio. La
Commissione conferma poi che verranno triplicati i soldi per Frontex,
ovvero per la missione Triton nel Canale di Sicilia. Ambiziosa anche
la parte di politica estera dell’Agenda, curata direttamente dalla
Mogherini. Si propone di integrare tutte le politiche europee di
settore per ottenere risposte dai paesi di origine e di transito:
saranno tutte indirizzate al fine di ottenere la massima
collaborazione dei governi locali affinché contrastino i
trafficanti, ne sgominino le bande e impediscano loro di far entrare
i migranti in Libia, dove poi spariscono dai radar internazionali
fino all’attraversata sulle carrette del mare. Un lavoro che nelle
intenzioni di Bruxelles sarà finalizzato nel vertice tra Ue e Africa
di ottobre a Malta.
Per ottenere l’intervento nei paesi
di origine si punta anche ad aiuti economici per contrastare la
povertà, una delle cause delle partenze oltre alle guerre e alle
persecuzioni. Si proporrà poi di aiutare economicamente i paesi di
transito - come Sudan, Egitto, Ciad e Niger - per aumentare i
controlli alle frontiere in modo da in- tercettare i camion dove i
trafficanti stipano i migranti. Sgominare le bande, salvare i
migranti e accoglierli in campi Unhcr dove poi verranno rimpatriati o
portati in Europa se ne avranno diritto. Già oggi l’Europa tra
aiuti umanitari e altre politiche attive spende circa un miliardo
all’anno per l’Africa, se tutto il flusso di spesa verrà
indirizzato o condizionato alla lotta all’immigrazione clandestina,
scommettono a Bruxelles, si potranno ottenere risultati concreti.
Novità arriveranno anche sulla
migrazione legale, quella economica, ritenuta necessaria per
contrastare il flusso clandestino dei disperati in cerca di lavoro e
per rispondere alle necessità del mercato del lavoro. Si pensa ad
una Blu Card europea che funzionerà grazie una piattaforma comune
che identificherà che genere di specializzazioni, professionalità o
mano d’opera sia richiesta in ogni momento in Europa.
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