LIANA MILELLA
La Repubblica 6 maggio 2015
Ncd per la linea anti-magistrati
Legnini: le modifiche spettano a noi siamo decisi ad andare avanti.
Legnini in conclave al Csm fa le ore
piccole per lanciare l’autoriforma del Consiglio e annunciarla in
un plenum con Mattarella. Orlando in via Arenula è disponibile a
“vedere” le mosse di Legnini, ma è altrettanto deciso «ad
andare avanti ugualmente su una legge che riformi palazzo dei
Marescialli». In allarme il suo vice ministro Costa, alfaniano di
Ncd, che ricorda la ben nota battuta di Renzi, «chi nomina non
giudica, chi giudica non nomina», pronunciata nel lontano 30 giugno
2014, quando a palazzo Chigi fu annunciata la grande riforma della
giustizia. Adesso, dice Costa, «bisogna rispettare i patti, serve
una legge ordinaria per rivedere il sistema elettorale del Csm e
togliere potere alle correnti, non può bastare una riformetta fatta
in casa».
Siamo allo scontro, anche se
all’insegna del bon ton, tra governo e Csm. Con il vice presidente
di palazzo dei Marescialli Giovanni Legnini impegnato a portare
avanti un suo progetto, un’autoriforma del Csm che, dall’interno,
corregga le più macroscopiche storture del Consiglio, dalle nomine
con tempi lunghissimi, più volte bacchettate dal Colle, ai
“pacchetti” di capi uffici concordati dalle correnti, dai ritardi
dei consigli giudiziari nel disegnare i profili dei candidati alla
sezione disciplinare, tuttora composta anche da chi è inserito nelle
altre commissioni.
Negli stessi giorni in cui il
Guardasigilli Andrea Orlando stava per affidare all’ex vice
presidente del Csm Michele Vietti la presidenza di una commissione
per studiare la riforma del Consiglio, Legnini ha fatto il giro delle
stanze che contano, compresa quella di Sergio Mattarella, nella veste
di presidente del Csm, e ha spiegato la sua idea. Un’autoriforma
che garantisce tempi assai più rapidi rispetto a una legge.
Mattarella, a questo punto, è pronto a partecipare al plenum che
consacrerà l’iniziativa di Legnini. Il quale, da ieri pomeriggio,
è impegnato a discuterne con i consiglieri. Ma fuori monta
preoccupazione e contrarietà.
La preoccupazione è quella di Orlando.
Attento a vedere che succede, il ministro della Giustizia non
intralcia Legnini, ma è ben deciso a non archiviare il suo progetto
di riforma. «Insedierò comunque una commissione e starò a vedere
che cosa fa il Csm. Leggerò quel progetto, ma di certo non rinuncio
a una legge di riforma fatta dal governo». Di certo non ci rinuncia
Renzi. E neppure Enrico Costa che, da vice ministro, sta mettendo
insieme il dossier delle doglianze contro il Consiglio. I gruppi di
Camera e Senato del partito ne hanno discusso e la parola d’ordine,
riassunta da Costa, è «andare avanti su una riforma decisa del Csm
che faccia emergere le energie migliori tra i magistrati e non solo
quelle indicate dalle correnti». Scontro assicurato, dunque.
Nessun commento:
Posta un commento