Corriere della Sera 03/05/15
Massimo Rebotti
Con la presentazione definitiva
delle liste, ieri, ci sono ora anche tutti i volti delle prossime
Regionali. I candidati presidente sono 48, migliaia in lizza per un
posto da consigliere. I cittadini chiamati alle urne il 31 maggio
saranno circa 23 milioni: si vota in sette regioni e oltre mille
comuni. In Veneto e Liguria le sfide politiche più rilevanti, in
Campania patto in extremis tra De Luca e De Mita.
La spaccatura
veneta
Il Veneto è stato per molti anni uno scrigno di voti per il
centrodestra. Questa volta la partita è aperta e a rimescolare le
carte ha contribuito il sindaco di Verona Flavio Tosi, che ha rotto
con il Carroccio e scelto di correre in proprio. I centrodestra
saranno quindi due: da una parte l’alleanza Lega-Forza Italia, con
il governatore uscente Luca Zaia che proprio a Verona schiera
l’indipendentista Fabrizio Comencini; dall’altra il tentativo
centrista di Tosi (con lui anche l’ex direttore di Avvenire Dino
Boffo) Se il centrosinistra riuscisse a spuntarla, per Renzi sarebbe
il risultato più rilevante: non solo perché strapperebbe agli
avversari una regione importante, ma anche perché la sfidante del
Pd, Alessandra Moretti, è in totale sintonia con il nuovo corso del
partito. In lista con lei anche l’ex campionessa di salto in alto
Sara Simeoni e il cantautore Massimo Bubola, storico collaboratore di
Fabrizio De André.
I tormenti liguri
per il
centrosinistra in Liguria sono iniziati con le primarie, vinte da
Raffaella Paita su Sergio Cofferati in una ridda di accuse e
polemiche. Il risultato è che alle elezioni, oltre alla candidata
del Pd, ci sarà anche un ex parlamentare dello stesso Pd, Luca
Pastorino che la sfida da sinistra. Tutti gli oppositori di Renzi (la
minoranza dem, Sel, Maurizio Landini) guarderanno al risultato per
capire se esiste per loro uno spazio politico. Il centrodestra ha
fiutato l’occasione, si presenta unito e candida Giovanni Toti, il
consigliere politico di Berlusconi. Ce la dovesse fare, il terremoto
si sentirebbe fino a Roma.
I poteri locali.
La scelta dei
candidati in Puglia (per il centrodestra) e in Campania (per il
centrosinistra) è stata tormentata. La Puglia è il campo di
battaglia dello scontro dentro a Forza Italia tra Berlusconi e
Raffaele Fitto, l’ex governatore che ha nella regione il feudo del
suo consenso. Il risultato è che i candidati del centrodestra
saranno due: Francesco Schittulli, sostenuto dal «ribelle» di FI, e
Adriana Poli Bortone, appoggiata dai «lealisti». L’esito delle
urne determinerà gli sviluppi della lotta tra il leader e il suo ex
delfino. Nel centrosinistra, dopo i due mandati di Nichi Vendola,
torna il primato del Pd: corre l’ex sindaco di Bari Michele
Emiliano, che ha stravinto le primarie. Con lui anche Desirée
Digeronimo che, da magistrato, indagò anche su Vendola.
In
Campania, dove il centrodestra ripropone il governatore uscente
Stefano Caldoro, i tormenti hanno riguardato i democratici. Primarie
rinviate per mesi poi la vittoria del candidato che Renzi non avrebbe
voluto: il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, condannato in primo
grado per abuso d’ufficio. Ora tutto il partito lo sostiene e il
problema dell’eventuale incompatibilità è rimandato a dopo, nel
caso vincesse. De Luca, intanto, ha fatto campagna acquisti fino
all’ultimo, stringendo un patto con Ciriaco De Mita e l’Udc, che
fino al giorno prima stavano con Caldoro.
Nelle liste sorprese e
acrobazie: con De Luca c’è l’attrice Eleonora Brigliadori ma
anche l’ex capogruppo della Destra Carlo Aveta (immortalato in una
foto ricordo sulla tomba di Mussolini a Predappio); a sostegno di
Caldoro corre invece Dario D’Isa, il figlio di uno dei giudici di
Cassazione che confermarono la condanna a Berlusconi.
Le
roccaforti «rosse»
Nelle Marche e in Umbria il tema politico è
la sfida al tradizionale monopolio della sinistra. Ci provano Gian
Mario Spacca — che ha governato le Marche per il Pd e poi ha rotto
con il suo partito che non l’ha voluto ricandidare — e Claudio
Ricci, sindaco di Assisi, che è riuscito a riunire tutto il
centrodestra. In Toscana, viceversa, si è frantumato in tre: di
fronte al governatore pd uscente Enrico Rossi ci sono un candidato di
Lega e FdI, un altro di FI (con l’ulteriore match nelle preferenze
tra gli uomini di Verdini e i fedelissimi berlusconiani), e un terzo
dei centristi di Ncd e Udc. Con la sinistra di Sel e Prc corre anche
il pugile livornese Lenny Bottai, detto «Mangusta», che prima di un
match a Las Vegas sfoggiò una maglietta contro il Jobs act.
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