Corriere della Sera 18/05/15
Dino Martirano
Tetto a 240 mila euro annui e divieto
di cumulo pensione pubblica e stipendio anche al Quirinale. Appena
eletto, ma tanto tempismo è stato facilitato dal calendario perché
proprio in quei giorni maturavano le condizioni legislative assenti
durante il doppio mandato di Napolitano, il presidente della
Repubblica (con Dpr 1 del 23 febbraio) ha «disposto nei confronti di
tutti i soggetti che svolgono funzioni all’interno della Presidenza
l’introduzione del divieto di cumulo delle retribuzioni con
trattamenti pensionistici erogati da pubbliche amministrazioni».
Sergio Mattarella, dunque, si è trovato nella condizione di poter
decidere e lo ha fatto in fretta: «In precedenza — sottolinea una
nota del Quirinale — non ricorrevano le condizioni per
l’applicazione della norma anche tenendo conto che la legge stessa
escludeva dalla propria applicazione gli incarichi in corso al
momento della sua entrata in vigore».
Così, il 27 febbraio
scorso, il presidente della Repubblica ha disposto «la riduzione
dell’assegno a lui spettante per legge, in corrispondenza
dell’ammontare del suo trattamento pensionistico» che gli deriva
dalla sua attività di professore universitario.
Con
l’introduzione del divieto di cumulo, diversi consiglieri del capo
dello Stato «svolgono le loro funzioni senza alcun compenso mentre
per altri il compenso risulta fortemente ridotto». Il segretario
generale,Ugo Zampetti, aveva già rinunciato autonomamente a ogni
compenso al momento dell’assunzione dell’incarico».
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