lunedì 18 maggio 2015

Divieto di cumulo, l’esempio del Quirinale.


Corriere della Sera 18/05/15
Dino Martirano
Tetto a 240 mila euro annui e divieto di cumulo pensione pubblica e stipendio anche al Quirinale. Appena eletto, ma tanto tempismo è stato facilitato dal calendario perché proprio in quei giorni maturavano le condizioni legislative assenti durante il doppio mandato di Napolitano, il presidente della Repubblica (con Dpr 1 del 23 febbraio) ha «disposto nei confronti di tutti i soggetti che svolgono funzioni all’interno della Presidenza l’introduzione del divieto di cumulo delle retribuzioni con trattamenti pensionistici erogati da pubbliche amministrazioni». Sergio Mattarella, dunque, si è trovato nella condizione di poter decidere e lo ha fatto in fretta: «In precedenza — sottolinea una nota del Quirinale — non ricorrevano le condizioni per l’applicazione della norma anche tenendo conto che la legge stessa escludeva dalla propria applicazione gli incarichi in corso al momento della sua entrata in vigore». 
 Così, il 27 febbraio scorso, il presidente della Repubblica ha disposto «la riduzione dell’assegno a lui spettante per legge, in corrispondenza dell’ammontare del suo trattamento pensionistico» che gli deriva dalla sua attività di professore universitario. 
 Con l’introduzione del divieto di cumulo, diversi consiglieri del capo dello Stato «svolgono le loro funzioni senza alcun compenso mentre per altri il compenso risulta fortemente ridotto». Il segretario generale,Ugo Zampetti, aveva già rinunciato autonomamente a ogni compenso al momento dell’assunzione dell’incarico».

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