giovedì 28 maggio 2015

Elezioni Regionali: imperativo.... vincere


Riccardo Imberti
Mai come in questi giorni lo scenario che ci si presenta risulta confuso al limite del caos. A tre giorni dalla tornata elettorale si stanno manifestando segnali di grande preoccupazione e le buone e tante cose finora realizzate dal Governo a guida PD, paiono lasciare il posto ad una guerra più che a una normale competizione democratica. 

Cercando di dare la giusta misura alle cose mi pare d'obbligo sottolineare come, ancora una volta, lo scontro che dovrebbe interessare le regioni che vanno al voto, i programmi di chi si candida a guidarle, i volti presentabili e non, sono passati in secondo piano e hanno lasciato il posto alla politica nazionale. L'obbiettivo dichiarato è quello di indebolire il governo e in particolare Matteo Renzi reo di essere decisionista e quindi da fermare. 

Certo non è che il Partito Democratico sia immune da responsabilità. Se pensiamo a ciò che sta avvenendo in Campania credo che qualche sforzo di più si poteva e doveva fare per evitare la candidatura tanto discussa come De Luca. Certo ha vinto le primarie, ma allo stesso tempo ha in corso un processo e condannato in primo grado per abuso di ufficio. L'annullamento delle primarie avrebbe sicuramente favorito un immagine meno discutibile del partito. Al di la dei sondaggi e del risultato della prossima domenica, resta sullo sfondo la questione morale e la capacità dei gruppi dirigenti nazionali di porre mano alle periferie, laddove fatica a farsi strada una pratica politica capace di affermare, trasparenza, pulizia e  rinnovamento, oltre che delle facce, anche nei metodi del fare politica. 

Se andiamo al nord la Liguria presenta un'altra situazione al limite della sopportabilità. Anche in questa regione le primarie sono state l'elemento scatenante e anche qui, forse è il caso di mettere mano a regole condivise, a partire da un registro  dei votanti che ponga fine a comportamenti inaccettabili quali quelli del signor Cofferati. Perse le primarie con la new entry Paita, ha cercato in tutti i modi di vendicarsi dello sfregio della sconfitta inaspettata e con l'aiuto di Civati è riuscito a candidare Pastorino, parlamentare europeo del PD, che naturalmente non si dimette dal suo scranno e pur non avendo alcuna possibilità di riuscita, l'unico risultato di questa operazione sarà quello di far perdere voti al centrosinistra, confermando il comportamento masochista  delle "sinistre" italiane. In questo modo daranno un grosso contributo a resuscitare un centrodestra ovunque moribondo, come si è visto nei risultati delle elezioni trentine ma,  reso ancor  più visibile dalle immagini cartapecorite del ritorno in campo del suo padre padrone Silvio Berlusconi. I signori Cofferati e Civati rischiano con la loro scelta, di consegnare la Liguria al duo Toti-Salvini.

In questo clima rimane sullo sfondo quanto di buono è stato fatto in questi anni dalla classe dirigente amministrativa che per la sua qualità diffusa, rappresenta l'ossatura del nostro sistema democratico, contro il populismo dilagante e l'antipolitica. 

L'auspicio è che il risultato di domenica sappia consegnarci un segnale che consolidi il consenso al Partito Democratico che resta, nonostante le difficoltà e qualche incertezza, l'unica forza capace di assecondare i piccoli segnali di ripresa registrati in questi giorni, per farci uscire finalmente da una crisi che dura da troppo tempo e che ci ha relegato nella parte bassa dei paesi dell'Unione Europea.



1 commento:

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