L'Italicum
è stato approvato. Il Presidente della Repubblica ha posto la sua
firma, il nostro Paese ha una nuova legge elettorale. Dopo anni di
interminabili discussioni e fallimenti, la determinazione di Matteo
Renzi ha finalmente cancellato il cosiddetto porcellum
e ha approvato un testo di riforma che garantirà nella sua
applicazione la governabilità a questo nostro disastrato Paese.
Sì,
disastrato, perché nonostante abbia le risorse e le qualità umane
per competere con gli altri paesi europei o del mondo, tende sempre a
vedere il bicchiere mezzo vuoto.
Ciò
che più fa specie comunque è che ogni iniziativa che viene presa
trova sempre chi, per ragioni non sempre nobili, mette in evidenza
gli aspetti negativi.
Quando
ciò avviene da parte dell'opposizione è comprensibile, anche se
capire il voltafaccia di Forza Italia alla Camera richiede uno sforzo
sovrumano. Quando invece a fare le barricate ci si mette una parte
della maggioranza tutto diventa incomprensibile.
La
maggioranza parlamentare comunque ha retto e la legge è approvata.
Un
altro aspetto incomprensibile da parte della cosiddetta
sinistra del PD e del “ricomparso” Letta è stato il linguaggio
usato nella definizione di un testo già modificato e approvato al
Senato.
Oggi
Civati, dopo tanti annunci, ha preso la decisione di lasciare il PD,
per Renzi resta comunque un grosso problema con il quale dovrà fare
i conti. La "vecchia guardia" e i suoi figliocci continua
sistematicamente a votare contro le riforme che Renzi aveva
annunciato di voler fare fin dalla primarie per la segreteria, vinte
alla grande.
Questi
"dirigenti" confermano con i loro comportamenti (che non
accettavano quando comandavano loro) di non aver ancora digerito la
sconfitta democratica e si comportano spesso come se appartenessero
ad un altro partito. Il Job
Act,
la riforma elettorale, quella della scuola, ecc.
Il
gruppo dirigente, con in testa Renzi, dichiara in ogni occasione che
nessuno verrà espulso. Io sono d'accordo, ma se il comportamento di
questi compagni continuerà nei modi finora assunti, come potrà il
governo realizzare le riforme necessarie al Paese? Quando manca il
buon senso e la coerenza, come può reggere il PD alle grandi sfide
di questo nostro affannato Paese?
Qualsiasi
soggetto politico non reggerebbe questo stress e non vorrei che al
fondo di questi comportamenti vi fosse l'obbiettivo di "ripristinare"
la vecchia “ditta” con le stanche liturgie del passato, con i
caminetti di una classe dirigente che ha fatto il suo tempo e che
anche nei comportamenti risulta inadatta a far fronte alle gradi
sfide del nostro tempo e a rappresentare la speranza di tanti giovani
e tante famiglie italiane.
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