mercoledì 6 maggio 2015

non sò dire altro....che pena

Riccardo Imberti
L'Italicum è stato approvato. Il Presidente della Repubblica ha posto la sua firma, il nostro Paese ha una nuova legge elettorale. Dopo anni di interminabili discussioni e fallimenti, la determinazione di Matteo Renzi ha finalmente cancellato il cosiddetto porcellum e ha approvato un testo di riforma che garantirà nella sua applicazione la governabilità a questo nostro disastrato Paese.
Sì, disastrato, perché nonostante abbia le risorse e le qualità umane per competere con gli altri paesi europei o del mondo, tende sempre a vedere il bicchiere mezzo vuoto.
Ciò che più fa specie comunque è che ogni iniziativa che viene presa trova sempre chi, per ragioni non sempre nobili, mette in evidenza gli aspetti negativi.
Quando ciò avviene da parte dell'opposizione è comprensibile, anche se capire il voltafaccia di Forza Italia alla Camera richiede uno sforzo sovrumano. Quando invece a fare le barricate ci si mette una parte della maggioranza tutto diventa incomprensibile. 
La maggioranza parlamentare comunque ha retto e la legge è approvata.
Un altro aspetto  incomprensibile da parte della cosiddetta sinistra del PD e del “ricomparso” Letta è stato il linguaggio usato nella definizione di un testo già modificato e approvato al Senato.
Oggi Civati, dopo tanti annunci, ha preso la decisione di lasciare il PD, per Renzi resta comunque un grosso problema con il quale dovrà fare i conti. La "vecchia guardia" e i suoi figliocci continua sistematicamente a votare contro le riforme che Renzi aveva annunciato di voler fare fin dalla primarie per la segreteria, vinte alla grande.
Questi "dirigenti" confermano con i loro comportamenti (che non accettavano quando comandavano loro) di non aver ancora digerito la sconfitta democratica e si comportano spesso come se appartenessero ad un altro partito. Il Job Act, la riforma elettorale, quella della scuola, ecc.
Il gruppo dirigente, con in testa Renzi, dichiara in ogni occasione che nessuno verrà espulso. Io sono d'accordo, ma se il comportamento di questi compagni continuerà nei modi finora assunti, come potrà il governo realizzare le riforme necessarie al Paese? Quando manca il buon senso e la coerenza, come può reggere il PD alle grandi sfide di questo nostro affannato Paese?
Qualsiasi soggetto politico non reggerebbe questo stress e non vorrei che al fondo di questi comportamenti vi fosse l'obbiettivo di "ripristinare" la vecchia “ditta” con le stanche liturgie del passato, con i caminetti di una classe dirigente che ha fatto il suo tempo e che anche nei comportamenti risulta inadatta a far fronte alle gradi sfide del nostro tempo e a rappresentare la speranza di tanti giovani e tante famiglie italiane.

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