LIANA MILELLA
La Repubblica 23 maggio 2015
Raffaele Cantone. Parla il presidente
dell’Autorità nazionale. “Ora avanti sulla prescrizione, ma è
un errore sostenere che debba essere sospesa persino dopo il rinvio a
giudizio. Il processo deve avere una durata ragionevole”
Raffaele Cantone parte da una premessa:
«Nessuna legge, anche la migliore possibile, può consentire da sola
di vincere la corruzione. Una lotta efficace richiede più interventi
e su più fronti».
Amministrative sotto l’incubo delle
liste sporche. Ma la legge anticorruzione non va fino in fondo
sull’interdizione perpetua per i corrotti. Grasso l’aveva
proposta, ma non c’è.
«In primo luogo la questione degli
impresentabili quasi mai riguarda soggetti condannati in via
definitiva. L’interdizione perpetua è giusta se i fatti di
corruzione sono molto gravi. Sarebbe eccessivo collegarla a qualsiasi
tipo di corruzione. La scelta migliore sarebbe l’interdizione
perpetua se la condanna supera una certa entità e una temporanea per
i casi meno gravi. Così si rispetterebbero equità e
proporzionalità».
E non poteva esserci un articolo
blocca-impresentabili?
«La questione non può essere risolta
dalle leggi, perché l’incandidabilità può essere collegata a
condanne definitive e, solo in cadi eccezionali, la si può
anticipare a quelle non definitive. Il tema deve essere risolto dai
partiti attraverso codici etici e una piena assunzione di
responsabilità politica».
C’è chi ne parla malissimo, chi così
così, chi decisamente bene. Lei di questa legge anti-corruzione che
dice?
«Penso sia una buona legge, anche se,
ovviamente, si può fare di meglio, ma il compromesso raggiunto non è
affatto al ribasso. Nella legge ci sono sia istituti che dovrebbero
servire per fare emergere la corruzione come attenuanti per chi
collabora, la ripenalizzazione del falso in bilancio, una correzione
importante sulla concussione, aumenti di pena abbastanza razionali.
Come per la legge sugli ecoreati, vale il ragionamento che si tratta
di un passo in avanti, storico nel secondo caso. Le leggi vanno
sempre guardate alla luce delle successive interpretazioni, non
bisogna perdersi magari dietro un avverbio mentre nel complesso le
norme sono efficaci».
Renzi assicura che d’ora in poi la
prescrizione non correrà più.
Sarà, con le intercettazioni, il
tormentone dell’estate. Per evitare un’altra legge debole ci dà
la sua ricetta?
«Sicuramente gli aumenti delle pene
incidono anche sulla prescrizione, quindi un effetto positivo c’è.
L’opzione ideale sarebbe un intervento generale sulla prescrizione
non solo legato ai reati contro la pubblica amministrazione. È
necessario un allungamento dei tempi soprattutto quando ci sono
sentenze di condanna. Non concordo con la tesi, pur autorevolmente
sostenuta, di chi ritiene che la prescrizione debba essere del tutto
sospesa, perfino dopo il rinvio a giudizio. Resto legato a una
posizione tradizionale che ha un solido aggancio sul principio di
ragionevole durata del processo, una sentenza deve arrivare in un
tempo ragionevole, non avendo più senso se ne è trascorso uno lungo
per cui il soggetto non è più quello che ha commesso il reato».
Le critiche più dure riguardano i
capitoli mancanti, gola profonda, intercettazione negate per il falso
in bilancio, ma soprattutto le regole più ampie per intercettare i
corrotti.
«Questi argomenti sono politicamente
divisivi. È noto che c’è una parte del Parlamento e anche della
maggioranza che è contraria a queste opzioni. Ma mi pongo una
domanda: sarebbe stato meglio non fare una legge comunque utile per
farne una migliore che però non sarebbe stata approvata? Penso
proprio di no. Perché anche così si ottengono risultati importanti
».
Per esempio?
«Da domani saranno maggiori le
possibilità investigative grazie alla norma sui collaboratori, si
potranno perseguire i falsi in bilancio anche in modo rigoroso per le
società più importanti come quelle quotate».
Cosa “guadagna” l’Anac con questa
legge?
«Guadagna sul piano dei poteri e sul
piano delle informazioni che riceve. Sui poteri perché potremo
vigilare sui contratti secretati che fino a oggi non potevano essere
controllati e su cui in passato ci sono state molto polemiche perché
venivano usati per aggirare le gare pubbliche. Sul piano informativo
l’Anac potrà conoscere le indagini delle procure, sia pure nella
fase del rinvio a giudizio e potrà ottenere dai giudici
amministrativi le notizie che emergono in provvedimenti e ricorsi in
cui si appalesano fatti di illiceità».
Falso in bilancio non intercettabile,
un “vorrei ma non posso”?
«Francesco Greco, procuratore aggiunto
a Milano e il più grande esperto di reati economici, durante
l’audizione alla Camera ha spiegato con chiarezza che il falso in
bilancio è un reato documentale e che mai nella sua esperienza
un’intercettazione ha consentito di individuarne uno. Ovviamente
bisogna ricordare che le microspie servono per scoprire un reato, e
non certo per autorizzare una pesca a strascico su qualsiasi altro
tipo di delitti».
Sulla gola profonda l’Anac ha scritto
un documento di pregio che ne mette in luce la necessità.
Negli Usa si arrestano così importanti
politici. Ma nella legge non c’è, nonostante la battaglia di M5S.
«Qui si sta creando una grossa
confusione, una cosa è il whistleblower, cioè un soggetto che
denuncia attività illecite amministrative al quale va garantita la
riservatezza, fuori dal processo penale. Altra cosa sono gli agenti
provocatori. Conosco l’esperienza Usa che ammette in modo ampio
questa figura, ma non credo sia automaticamente esportabile nel
nostro sistema. Credo invece che sarebbe molto utile usare gli agenti
infiltrati, quei soggetti che partecipano direttamente all’attività
di un’associazione criminale carpendone i segreti. Penso alla
possibilità di introdurre il ritardato arresto e il ritardato
sequestro se utili a sviluppare ulteriori indagini. Sono norme
indispensabili, ma manca il consenso politico, mi auguro siano
riproposte nella riforma del processo penale».
Intercettazioni per la corruzione.
La politica non ha il coraggio di
considerare questo reato grave al pari della mafia. Non è
contraddittorio rispetto alle tante dichiarazioni contro la
corruzione?
«Sono favorevole ad estendere le
regole come per la mafia, e l’ho detto in tempo non sospetto.
Orlando aveva annunciato che la questione sarebbe stata approfondita
con il processo penale. Attenderei quel ddl per capire se l’opzione
sarà accolta».
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