CONCHITA SANNINO
La Repubblica 6 maggio 2015
Le elezioni in Campania Il candidato
del centrosinistra aveva detto: non accetto spezzoni del vecchio ceto
politico ma a suo sostegno ora ci sono numerosi impresentabili. Ecco
le loro storie:
Il “nuovo”, a volte, fa strani
giri. E tende agguati alla rivoluzione renziana. Un impasto di
contraddizioni e vecchia politica rischia di gravare sulle liste del
candidato governatore Pd, Vincenzo De Luca. Duri battibecchi e aspre
polemiche, soprattutto sui social network, infiammano la fase più
calda della campagna elettorale per le regionali, dopo alcune storie
ricostruite da Repubblica, alla chiusura delle dieci liste a sostegno
dell’ex sindaco di Salerno, che tra l’altro rischia la
sospensione dopo la condanna di primo grado, se eletto a Palazzo
Santa Lucia.
Le sue promesse di estrema
discontinuità con il governo di Stefano Caldoro - «Rivoluziono
tutto, daremo il via al processo di modernizzazione e
sburocratizzazione della Campania» - convivono per ora con scelte
che a molti appaiono discutibili: dal patto del primo Maggio, siglato
in extremis, di notte, con il leader ormai 87enne di Nusco, Ciriaco
De Mita, ai profili di candidati che poco somigliano all’innovazione
chiesta dal “giglio” magico” del Nazareno. Nomi di destra, di
indagati o di loro congiunti, o di avversari di esponenti simbolo
delle battaglie democrat: tutti in pista per l’ex viceministro del
governo Letta. Così, dopo i sindaci democrat candidati “col
trucco” - che si erano fatti multare dai propri vigili urbani pur
di decadere, per gabbare una norma regionale, poi costretti a
dimettersi per entrare in lista - ecco i consiglieri- migranti. Da un
lato all’altro, pur di stare con chi vince, o si pensa possa
farcela.
Alla voce Pdl o Fi, ecco l’ex
senatore Pdl ed ex candidato sindaco di Napoli di Berlusconi, il
prefetto Franco Malvano. Poi una sfilza di dirigenti di Fi o
amministratori in carica fino a pochi giorni fa, sotto l’insegna
azzurra: è l’offerta “Campania in rete” il vero scrigno. Nella
lista di Caserta, vi figurano: l’ex vice coordinatrice Pdl di
Caserta ed ex assessore di quel comune, Teresa Ucciero; è in buona
compagnia con il sindaco Alfonso Piscitelli, del comune di Santa
Maria a Vico, anch’egli eletto sotto il simbolo degli azzurri; e
con Angelina Cuccaro, assessore per Fi nell’altro comune di Santa
Maria Capua Vetere. È lo stesso elenco in cui brilla per attivismo
anche Rosalba Santoro, moglie di quel Nicola Turco, tuttora inquisito
per concorso esterno in associazione mafiosa, e referente di
Cosentino, che al nostro giornale ha rivendicato la sua convinta
adesione al progetto di De Luca: «Ma perché c’è qualcosa di
sinistra nella coalizione di De Luca? Non direi - argomenta la
dottoressa, laureata in Lettere - Però questo candidato del Pd è
uno che combatte, una persona chiara. E Cosentino era un leader
carismatico».
Alla voce Destra, ala estrema, ecco un
sostenitore di De Luca che continua a replicare alle polemiche. È
Carlo Aveta, il mussoliniano doc, fedelissimo degli omaggi al Duce
sulla tomba di Predappio, che non rinnega la sua stima per la storia
fascista ma contesta e precisa, invece, il contesto in cui sarebbe
stata pronunciata una frase «non contro gli omosessuali, ma a favore
della decenza». «Non ho mai detto che mi fanno schifo i gay, c’è
stata confusione e strumentalizzazione su un mio post Facebook del
luglio 2014 in cui, legittimamente, dedico un giudizio personale a
un’immagine che tuttora mi crea sconcerto: tre uomini che sfilano,
in una pubblica piazza, davanti a bambini e bambine, in baby-doll. È
una scena decente, quella? Secondo me: no».
Alla voce indagati, ecco sempre nella
lista “Campania in rete”, ma a Napoli, la candidatura di Attilio
Malafronte, consigliere comunale d’opposizione a Pompei che, solo
qualche mese fa, è finito agli arresti domiciliari in un blitz sulla
presunta compravendita di sepolture al cimitero comunale.
Nell’armadio della sua casa, la polizia trovò e sequestrò un
fucile calibro 12, una canna per fucile marca e oltre 30 cartucce per
uso di caccia, dopo alcune settimane il consigliere è stato
scarcerato, ma Malafronte aveva già «fatto un percorso nuovo»,
quindi di corsa verso De Luca. Analogo capitombolo capita alla
candidata Rosa Criscuolo, che corre come consigliere regionale per
“Centro democratico”: è la bionda avvocatessa che non disdegna
pose ammiccanti e neanche il confine tra la cronaca rosa e quella
giudiziaria; e non solo per il suo lavoro. La Criscuolo, oltre ad
essersi mobilitata oltre un anno e mezzo fa, per una colorata
manifestazione pro-Cosentino a Caserta con tanto di slogan contro la
carcerazione preventiva (fu bloccata in tempo da Fi, che la indusse a
recedere) è stata poi l’ultima signora con cui ha cenato l’ex
ministro Claudio Scajola, poche ore prima che venisse arrestato su
ordine della distrettuale antimafia di Reggio Calabria. L’avvocatessa
ha sempre detto d’aver cominciato la sua militanza politica nel
centrosinistra, nel vesuviano, e di aver poi sempre scelto
liberamente. Oggi confessa, candidamente, che va verso il Pd «per
esclusione. Non mi voglio candidare con Caldoro e nella coalizione in
cui ci sono i Cesaro ». E alle Voce Donne, o Mogli di, non poteva
mancare Annalisa Vessella Pisacane: è candidata nello stesso
“Centro”, non solo è consigliere regionale uscente di Caldoro,
ma moglie di quel Michele Pisacane che in Parlamento corse a
sostenere Berlusconi con “i Responsabili” nel 2011. «Nelle liste
non accetto spezzoni del vecchio ceto politico», aveva detto
Vincenzo De Luca in un’intervista. Era meno di cinquanta giorni fa.
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