sabato 2 maggio 2015

"Pierluigi Bersani vada al parco con i pensionati. Non ha saputo capire l'avanzata di Matteo Renzi"


Sergio Staino
Uffingtonpost
da: Il Fatto Quotidiano 1 maggio 2015
Sergio Staino è un simbolo per la sinistra del Partito democratico erede del Pci. Vignettista e illustratore, ora fustiga senza pietà Pierluigi Bersani e la vecchia classe dirigente che non ha saputo, secondo le sue parole, comprendere il fenomeno Renzi.
Ecco perché in una intervista al Fatto quotidiano consiglia a Bersani di "andare al parco con i pensionati" e bolla l'attuale minoranza dem come "un gruppo di ubriachi": "In nessuna loro azione riconosco la tradizione, non dico del partito, ma di una vocazione politica che mi ha accompagnato in tutta la vita. La politica è una cosa sacra, bella. Questi stanno dimenticando tutto".
Ma le parole di Staino non sono un endorsement inaspettato al premier. Tutt'altro:
"Di Renzi non mi piace quasi niente. Ho contrastato fin dall'inizio l'ingresso e la sua ascesa all'interno del Pd. Sono stato tra i primissimi a parlare con D'Alema e con i suoi a Firenze, avvertendoli del pericolo, esponendo dei dubbi, ponendo delle domande" (...)
"D'Alema come sempre ha risposto con alterigia: 'Ma Sergio, Ma che mi dici? Ma cosa te ne frega? Renzi tanto finisce'. E quello intanto cresceva. Li ha fregati come bambocci. E lo hanno fatto premier e segretario del partito. Del mio partito. Su tante cose, a partire dal Job'a Act, non sono d'accordo con lui. Ma l'idea di buttarlo giù per sostenere quelli che gli hanno permesso di emergere non mi sfiora".
Il disegnatore, che non reputa Renzi di sinistra, continua a mettere il dito nella piaga:
Se la mettiamo sul piano degli affetti, la vicenda è molto dolorosa. Lacerante. Devastante. Parliamo di persone con cui c'era amicizia e simpatia, ma quello che sono costretto a dare è un giudizio politico senza appello. Sembra di avere di fronte un gruppo di ubriachi, di gente drogata, non più in sé. Non capisco cosa sia successo. (...)
Io non sono in grado di valutare fino in fondo se questa legge elettorale sia la meno peggio e se si potesse fare di meglio, ma so che appellarsi alle preferenze per contrastarla rinnega una storia decennale. Il Pci ha sempre considerato le preferenze come strumento utile a favorire correntismo e clientelismo. Ricordo quando Bersani vinse le primarie. Facce nuove, volti amici, speranze che lui tradì infilando i nominati calati dall'alto. In Toscana abbiamo avuto la peggior serie di burocrati di partito. Chi li ha rimessi? Lui. Come si permette di criticare quando è stato il primo a portare il partito verso la catastrofe? Deve andare al parco con i pensionati.

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