TOMMASO CIRIACO
La Repubblica 3 gennaio 2015
Risuona l’ultima chiamata del volo
interno per Boston. A Roma Ignazio Marino si è lasciato alle spalle
un nuovo inferno.
«Vado a trovare alcuni amici ad Harvard. Qualche
giorno di vacanza, poi si ricomincia». Anche il Capodanno gli è
andato di traverso. Colpa di quel mostruoso 83% di vigili urbani in
malattia, uno scandalo che ha macchiato l’ultima notte del 2014.
«Le sanzioni saranno severe - promette - Altamente severe». Fino ai
licenziamenti? «Servono segnali esemplari».
Partiamo da quell’83%, sindaco,
perché umilia la Capitale e chi lavora. Che effetto le fa?
«Sono rimasto molto male. Nella
stragrande maggioranza dei casi i dipendenti del Comune e i
lavoratori della polizia locale sono persone per bene. Il passaggio
festoso dal 2014 al 2015, in un momento di grave crisi economica e
morale di Roma, era un evento a cui lavoravamo da tempo. Avevo
chiesto a tutti di fare la propria parte. Come diceva Mandela, “se
ognuno facesse il proprio dovere quotidiano, la comunità sarebbe
migliore”. E invece...».
Altro che Mandela. Centinaia di
certificati medici.
«Umilia chi lavora il fatto che un
certo numero di persone abbia voluto fare un atto così ingiusto e
lesivo per la città. È uno sberleffo che non si possono
permettere».
E come reagisce l’amministrazione?
«Ho subito dato disposizioni al
comandante della polizia locale Clemente e al vice capo di gabinetto
Matarazzo di aprire l’indagine sui certificati di malattia e su
questo improvviso desiderio di donazione di sangue nella notte di
Capodanno. Nelle prossime ore avremo i primi riscontri, così sapremo
quanto c’è di vero o di falso in questa improvvisa epidemia».
È possibile che si arrivi fino al
licenziamento?
«Verranno prese le sanzioni che la
legge consente. Saranno giuste, ma altamente severe».
Ma è ipotizzabile il licenziamento per
chi ha sbagliato?
«Lo potremo dire dopo che sarà
completato il lavoro di indagine del comandante Clemente e degli
uffici. Io credo che vadano dati segnali esemplari».
A proposito: dopo il Jobs act, il
governo prevede nuove misure anche per gli statali.
«Sostengo lo sforzo di Renzi.
Ringrazio lui e Madia per essersi associati alla fermezza del Comune
su questa vicenda».
Resta una domanda che la chiama in
causa: come è stato possibile tutto questo?
«Di certo quanto accaduto dipende
anche dal fatto che ho voluto riscrivere il contratto decentrato e il
salario accessorio per i dipendenti del Comune. Prima, ad esempio,
c’era un’indennità notturna che per la polizia locale partiva
dalle 16 dei giorni feriali: inaccettabile. Ho cancellato questi
privilegi dicendo: “Chi si impegna di più guadagna di più, chi
lavora di meno abbia di meno”. Ad alcuni questo metodo non è
piaciuto».
Sta ipotizzando una ritorsione dei
dipendenti?
«È sicuramente una ritorsione.
D’altra parte, alcuni si sono precipitati la notte del 31 per
garantire la sicurezza dei cittadini, altri non si sono impegnati
allo stesso modo e altri ancora hanno tradito il Corpo, il Comune e i
romani».
Cosa ha fatto per prevenire questo
spettacolo desolante?
«Ero così preoccupato che il 30 ho
chiesto la convocazione del comitato per l’ordine e la sicurezza. I
vigili hanno risposto che non potevano perché sarebbero stati in
assemblea fino alle 2 del mattino del 31. Allora il prefetto ha
cancellato l’assemblea. E a quel punto c’è stata la scelta della
malattia».
Scusi, ma non ci sono responsabilità
dell’assessore competente e del comandante dei vigili?
«L’assessore competente, sono io.
Quanto al comandante, la responsabilità è quella di fare ogni
sforzo per rendere il lavoro dei vigili più efficiente e rispondente
ai bisogni dei cittadini. E in questo senso voglio ricordare che con
Clemente abbiamo deciso la rotazione della polizia locale, perché
c’era chi lavorava da un terzo di secolo nello stesso
quartiere...».
Non saranno troppi i dipendenti della
polizia locale?
«Sono 6.200. Sembra un numero elevato,
ma in realtà non lo è. Il problema, piuttosto, è che ci sia rigore
ed efficienza sul posto di lavoro ».
Sempre il 31 sera si sono verificati
gravi casi di assenteismo per la metropolitana.
«L’intervento dell’assessore
Improta andrà nella direzione di una grande severità. In Ama e Atac
abbiamo già provveduto a licenziamenti, nei mesi passati. Il vento
deve cambiare, chi non ha voglia di lavorare deve accomodarsi alla
porta. Questi dipendenti fanno vergognare gli altri che lavorano ».
Marino, il suo 2014 è stato un incubo:
prima i suoi problemi politici, poi lo scandalo di Mafia capitale,
infine i vigili che le si rivoltano contro.
«Da medico so che il cambiamento è la
cosa più difficile da accettare. Si sa, cambiare provoca reazioni
violente».
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