Corriere della Sera 28/01/15
L. Fer.
Il collegio milanese del Tribunale dei
ministri trasmette gli atti e ordina al procuratore Edmondo Bruti
Liberati di chiedere al Senato l’autorizzazione a procedere contro
l’ex ministro dell’Economia e attuale senatore Giulio Tremonti
per l’ipotesi di corruzione, legata a una tangente da 2,4 milioni
di euro che nel marzo 2009 il tributarista allora ministro nel
governo Berlusconi avrebbe incassato da Finmeccanica (controllata dal
Tesoro) in cambio dell’ammorbidimento della sua iniziale
contrarietà al controverso e stratosferico acquisto per 3,4 miliardi
di euro nel luglio 2008 della società statunitense «Drs»,
fornitrice del Pentagono.
La tangente sarebbe stata veicolata
dietro lo schermo di una parcella professionale liquidata da
Finmeccanica (a saldo di una apparente consulenza sui profili fiscali
appunto dell’acquisizione) allo studio tributaristico «Vitali
Romagnoli Piccardi & Associati», dal quale il fondatore Tremonti
era formalmente uscito essendo divenuto ministro, e di cui oggi è di
nuovo socio. Nell’ipotesi a concorso necessario, figurano
coindagati uno dei soci di studio di Tremonti, Enrico Vitali, l’ex
presidente di Finmeccanica 2002-2011 Pierfrancesco Guarguaglini, e
l’ex direttore finanziario Alessandro Pansa.
Il 30 ottobre
scorso erano stati i pm Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi ad
attivare su Tremonti (eletto nel 2103 in Senato per la «Lista Lavoro
e Libertà per la Patria» in accordo elettorale con la Lega, e poi
aderente al gruppo parlamentare «Grandi Autonomie e Libertà») la
speciale procedura prevista per ipotesi di reati ministeriali. Il
Tribunale dei ministri — composto dal presidente di sezione civile
del Tribunale di Como, Paolo Negri Della Torre, dal capo dei gip
monzesi Alfredo De Lillo, e dal giudice del lavoro milanese Stefano
Tarantola — per svolgere la propria istruttoria aveva 90 giorni,
che sarebbero scaduti dopodomani. E ieri, dopo aver lavorato
sottotraccia in questi tre mesi (tanto che è sfuggito anche
l’interrogatorio di Tremonti), il collegio si è convinto che l’ex
ministro vada processato. E perciò, invece di archiviare con decreto
non impugnabile, ha trasmesso una relazione motivata al procuratore
affinché chieda l’autorizzazione a procedere al Senato. Che a
maggioranza assoluta potrà o concedere l’autorizzazione, o negarla
se dovesse reputare con valutazione insindacabile che Tremonti abbia
agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente
rilevante o per il perseguimento di un preminente interesse pubblico
nella funzione di governo.
«Mai ho chiesto o sollecitato nulla
e in nessun modo da Finmeccanica», è la linea di Tremonti, che nel
2014 ha patteggiato a Roma un finanziamento illecito: «Prima di
entrare nel governo l’8 maggio 2008, sono uscito dallo studio dove
sono rientrato solo nel 2012, un anno dopo la fine del governo come
prescrive la legge. Durante, ho interrotto tutti i rapporti. Per la
sua dinamica irreversibile e per la natura internazionale,
l’operazione Drs, iniziata nell’ottobre 2007 e conclusa il 12
maggio 2008, non era da parte mia né influenzabile, né
modificabile, né strumentalizzabile».
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