PAOLO GRISERI
La Repubblica 15 gennaio 2015
All’indomani dell’annuncio di 1.500
posti di lavoro aggiuntivi a Melfi, i sindacati si dividono. La
polemica divampa tra le organizzazioni firmatarie degli accordi con
Marchionne, in particolare la Cisl, da una parte e la Fiom
dall’altra. A scatenarla l’intervista a Repubblica di Maurizio
Landini che ha detto «bravo» a Marchionne per le assunzioni
annunciate e ha chiesto «all’azienda e agli altri sindacati di
voltare pagina» nelle relazioni industriali.
La replica più autorevole è venuta
dalla segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: «Siamo
contenti che anche il segretario della Fiom abbia detto bravo a
Marchionne. Peccato che sia una conversione un po’ tardiva». Ma il
giudizio più duro è di Marco Bentivogli, segretario generale della
Fim-Cisl: «Pur di avere visibilità mediatica, Landini si dimentica
oggi quel che aveva detto solo poche settimane fa quando prediceva in
tv la fine della Fiat in Italia. Landini è simile a Salvini: per
apparire, ambedue puntano sulla paura degli italiani. Landini
scommette sulla paura del futuro».
Quanto al merito sindacale, per il
leader dei metalmeccanici della Cisl «l’annuncio delle nuove
assunzioni a Melfi è la dimostrazione che la strada degli accordi
con l’azienda porta i suoi frutti. Se avessimo seguito la Fiom,
dopo Termini Imerese la Fiat avrebbe avuto gioco facile a chiudere
Pomigliano. Landini dice il falso quando sostiene che le assunzioni
in Italia sono dovute agli investimenti e non ai nostri accordi.
Senza quegli accordi non ci sarebbe stata alcuna assunzione
semplicemente perché oggi non ci sarebbero le fabbriche».
Con queste premesse sembra ardua
l’ipotesi di una riconciliazione tra le sigle sindacali: «Landini
chiede di voltare pagina? Comincino loro. Dice di voler accettare gli
accordi anche quelli in cui la Fiom è in minoranza. Ci mancherebbe:
in Fiat la Fiom è a pezzi, è ormai il quarto sindacato. In ogni
caso hanno rifiutato il sistema di elezione dei delegati che avevamo
proposto. La realtà è che loro rispettano il risultato del
referendum in fabbrica solo quando sono d’accordo. Se vogliono
davvero voltare pagina riconoscano di aver sbagliato in tutti questi
anni quando ci chiamavano complici della Fiat. Capita di sbagliare
no?».
A rendere ancora più incandescente la
polemica un comunicato della Fiom di ieri mattina che ironizzava sul
fatto che a Melfi è stato firmato un accordo per 300 nuove
assunzioni e non per 1.000 come annunciato da Fca. Si tratta in
realtà del primo gruppo dei nuovi assunti come era scritto nello
stesso comunicato ufficiale di lunedì in cui l’azienda garantisce
mille nuovi assunti nella fabbrica lucana «entro i prossimi tre
mesi». «La Fiom non solo non fa accordi ma ormai non sa più
nemmeno leggere quelli fatti dagli altri», è il commento di
Ferdinando Uliano, responsabile auto nazionale della Uilm.
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