Corriere della Sera 14/01/15
Fabrizio Massaro
Dopo le banche, tocca alle agenzie di
rating arrendersi alla giustizia Usa. E per l’annosa questione dei
rating gonfiati — che davano un crisma di affidabilità a prodotti
finanziari complessi come i derivati costruiti sui mutui subprime poi
rivelatisi bombe atomiche per la finanza mondiale — ora il colosso
Standard & Poor’s sarebbe in procinto di patteggiare con il
dipartimento di Giustizia una multa da oltre 1 miliardo di dollari,
pari a un intero anno di profitti operativi della divisione del
gruppo McGraw Hill. Lo ha rivelato ieri il «New York Times»,
sottolineando come a fronte della faccia feroce manifestata in
pubblico, l’agenzia — che si è opposta vigorosamente alle accuse
dei giudici americani — abbia dietro le quinte cercato un accordo
con le autorità, manifestando la volontà di aderire alla richiesta
economica avanzata dal dipartimento della Giustizia e da una dozzina
di procuratori generali di vari stati americani. Per due anni —
ricostruisce il «Nyt» — S&P aveva contestato le accuse del
dipartimento di Giustizia americano considerandole come una
ritorsione per aver tagliato il rating degli Stati Uniti sotto la
tripla A. Ora invece, il cambio di passo che rende molto vicina la
firma della transazione. Di fatto S&P accetta di pagare la stessa
cifra che aveva respinto due anni fa quando era cominciata la
battaglia legale. Ma è molto inferiore ai 5 miliardi di multa
minacciata. Adesso resterebbe aperta solo una trattativa con la banca
Morgan Stanley, sempre per aver collocato prodotti legati ai mutui
subprime nell’imminenza della crisi.
Dopo aver contribuito a
salvare il sistema finanziario americano con decine di miliardi di
aiuti, il governo Usa è poi passato all’incasso multando in
maniera severissima i maggiori colossi di Wall Street: solo nel 2014
il totale delle sanzioni alle banche ha superato i 56 miliardi di
dollari, di cui oltre 40 miliardi per violazioni di legge relative ad
operazioni finanziarie legate ai mutui subprime. La sanzione più
alta è stata comminata a Bank of America, con oltre 16 miliardi di
dollari (di cui 7 in rimborsi ai creditori), seguita da quella
inflitta a Jp Morgan, pari a circa 13 miliardi dollari. Anche
Citigroup ha accettato di chiudere la controversia con
l’amministrazione Obama, accettando di pagare una multa da circa 7
miliardi di dollari.
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