Corriere della Sera 04/01/15
Corinna De Cesare
Luigi
Ferrarella
Silvio Berlusconi di nuovo incensurato
e in politica? Dipende dall’interpretazione di cinque parole del
decreto legislativo del governo Renzi sul Fisco. Cinque parole che
non modificano l’articolo di legge sulla frode fiscale e nella sua
struttura non introducono direttamente alcuna soglia, ma per una
complessiva tipologia di reati (tra cui la frode) si limitano a
prevedere a titolo di «causa di esclusione della punibilità» una
soglia del 3 per cento di evasione sull’imponibile, possono essere
assimilate a un caso tipico di abolizione parziale del reato di frode
fiscale se sotto soglia del 3 per cento? Sta tutto qui il rebus sulla
sorte della sentenza definitiva alla quale Berlusconi nell’agosto
2013 è stato condannato dalla Cassazione per violazione
dell’articolo 2 della legge 74 del 2010.
Nella riforma dei
reati fiscali, il governo Renzi in un nuovo articolo 19 bis
stabilisce che, «per i reati previsti dal presente decreto, la
punibilità è comunque esclusa quando l’importo delle imposte sui
redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito
imponibile». Può cancellare a posteriori anche una sentenza
definitiva? Può se la modifica si sovrappone al fatto reato.
In
questo caso è così? Qui è arduo rispondere per quanto male è
scritta la nuova norma. Quando nel 2000 fu depotenziato il reato di
falso in bilancio, ciò avvenne inserendo nella struttura
dell’articolo di legge le soglie sotto le quali esso diventava non
più penalmente punibile, e con la sentenza Giordano la Cassazione a
Sezioni Unite prese atto che si dovevano revocare tutte le condanne
per falsi in bilancio di entità inferiori alle soglie introdotte
nelle vecchia norma dalla nuova.
La legge Renzi, invece, da un
lato non inserisce le soglie nella struttura dell’articolo che si
occupa della frode fiscale, ma dall’altro lato etichetta con lo
strano nome di «clausola di non punibilità» un elemento — come
la soglia — che oggettivamente diventa un elemento strutturale del
reato. Ambiguità palese se si pensa che, tipicamente, le clausole di
non punibilità sono esterne e sopravvenute al reato, come ad esempio
la ritrattazione che salva dalla falsa testimonianza.
La soglia
del 3 per cento interessa Berlusconi? Sì, perché, al netto delle
molte prescrizioni che avevano già cancellato parecchie accuse, alla
fine la condanna Mediaset era stata sotto la soglia: 4,9 milioni
evasi su 410 di imponibile nel 2002 e 2,6 su 312 nel
2013.
Berlusconi potrebbe chiedere al Tribunale di revocare la
condanna definitiva e cancellarne gli effetti. Tra i quali quello che
gli sta più a cuore non è tanto la fine dei servizi sociali, che
comunque terminerebbe di scontare a fine febbraio, ma il ritorno alla
vita politica, dalla quale è escluso per 6 anni dalla legge Severino
che però come presupposto ha appunto l’esistenza di una sentenza
di condanna definitiva.
Per Vincenzo Visco, ex ministro delle
Finanze, è «un enorme regalo ai grandi evasori». Il
sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti dice che l’articolo
19 bis è stato inserito all’ultimo momento nel decreto approvato
dal Consiglio dei ministri la vigilia di Natale. Il governo per ora
tace. La norma, prima di entrare in vigore, deve avere solo il parere
delle commissioni Finanze di Camera e Senato. Che non è vincolante.
Ma, a questo punto, sarà l’ultimo luogo dove fare chiarezza.
Nessun commento:
Posta un commento