Corriere della Sera 25/01/15
M.Antonietta Calabrò
La Mafia si è presa il Nord
(Giovanni Canzio, presidente della Corte d’appello di Milano). La
‘ndrangheta ha il monopolio della cocaina in Europa e quello di
Gioia Tauro è il «suo» porto (Federico Cafiero de Raho,
procuratore di Reggio Calabria) e la sua «metastasi» vive nel
capoluogo lombardo (ancora Canzio). Nella Capitale, dopo appalti e
coop, la criminalità organizzata è all’attacco del mondo del
calcio, mentre cresce del 442% la prostituzione minorile (Antonio
Marini,il procuratore generale facente funzioni della Corte di
appello di Roma).
È quella di un Paese in cui il crimine non è
più solo infiltrato, ma ha «occupato» (verbo del presidente
Canzio) porzioni strategiche di territorio nazionale, la foto che
emerge dalle relazioni dei procuratori generali delle Corti d’appello
per l’apertura dell’anno giudiziario. Mentre le nuove minacce del
terrorismo islamico incombono sull’Expo, il principale appuntamento
internazionale dell’anno (a meno di 100 giorni dall’inaugurazione,
gli «affari» legati all’evento potrebbero «destabilizzare gli
equilibri fra le organizzazioni mafiose»).
Ma se il pericolo
c’è, il presidente Canzio si è detto «certo che analoga presenza
e attenzione (di quella usata per il contrasto al crimine, ndr ) sarà
riservata all’azione di prevenzione e repressione di ogni forma di
violenza di natura eversiva o terroristica o di matrice
fondamentalista che intenda profittare della portata internazionale
di Expo e della partecipazione di decine di milioni di visitatori per
farne una sorta di palcoscenico mediatico di ideologie ripudiate
dalla storia e dal consorzio civile». Il sindaco di Milano, Giuliano
Pisapia, ha commentato: «Sono contento per le parole rassicuranti su
Expo». E ha aggiunto: «Siamo pronti, ma non dobbiamo abbassare la
guardia».
L’Expo, insomma, costituirà un vero e proprio
banco di prova per legalità e sicurezza. Non solo in relazione a
corruzione e appalti. Tanto che il vicepresidente del Csm, Giovanni
Legnini, ha annunciato l’arrivo di rinforzi: «Contiamo di
assegnare al distretto, prima dell’Expo, circa 28
magistrati».
Beni per un miliardo e 400 milioni sono stati
sequestrati dalla magistratura della Capitale protagonista
dell’ultima inchiesta su Massimo Carminati. I gruppi criminali di
Roma hanno fatto un «patto esplicito» per evitare contrasti sul
narcotraffico. A Venezia, l’inchiesta sul «Mose» ha fatto
lievitare le indagini sulla corruzione del 300%. A Napoli si è
registrata un’impennata di omicidi e femminicidi. In Puglia sono
cresciute indagini su mafia e terrorismo. A Bari c’è stato il
raddoppio degli omicidi, a Lecce aumentano le violenze su minori. Le
vicende del Monte dei Paschi di Siena, unite alla crisi economica,
hanno determinato «la paralisi dell’indotto sociale ed economico»
di tutta la provincia (Mauro Bilancetti, presidente del Tribunale). A
Palermo segnali preoccupanti fanno dire al procuratore Francesco Lo
Voi che i magistrati «non arretreranno di un millimetro» davanti
alle minacce. Ma i pm del processo trattativa disertano la
cerimonia.
E poi, molte riflessioni e polemiche sulle riforme in
materia di giustizia. Il presidente della Corte d’Appello di
Bologna, Giuliano Lucentini, ha avuto parole durissime contro il
governo Renzi, e il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti si è
alzato dalla prima fila e ha lasciato la cerimonia. Il pg di Torino,
Marcello Maddalena, si è scagliato contro l’idea di una
Superprocura antiterrorismo. Sull’impatto della giustizia
sull’economia è tornato il Guardasigilli Andrea Orlando: «In
tempi di crisi economica, una giustizia inefficiente rallenta la
crescita». «La strada è lunga e la sfida delle riforme non si
vince con l’enfasi delle parole», ha commentato il presidente
dell’Anm Rodolfo Sabelli.
Presidio di precari a Milano. Molti
cancellieri di Napoli hanno esibito un cartellino rosso: «Giustizia
squalificata».
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