Riccardo Imberti
I fatti drammatici della strage di
Parigi segnano un inizio anno a dir poco preoccupante. L'azione
terroristica ha riaperto con forza la polemica
sull'immigrazione e richiano di accrescere il timore, da parte dei
cittadini europei e perciò italiani, della paura del diverso. Ancora
una volta dopo fatti di questo genere si riapre la polemica tra
coloro che dichiarano l'Islam ispirazione e fonte di violenza e chi
ritiene, al contrario, che la stragrande maggioranza di quel popolo
sia per la pace. Chi crede necessario chiedere a questa maggioranza
che deve farsi carico di contribuire alla sconfitta delle frange
criminali. Senza dimenticare anche le tesi di complottismo che ogni
volta accadono fatti di questa natura non trovano di meglio che
individuare nei servizi segreti i protagonisti dei misfatti del
mondo.
Di tutto questo in questi giorni
abbiamo visto e ascoltato. Naturalmente ognuno si è fatto una
propria idea su ciò che sta accadendo grazie ai network che ormai da
tempo ci aggiornano in tempo reale.
A seguito dei fatti di Parigi, alcuni
amici hanno riconsiderato le ultime fatiche di Oriana Fallaci come
profetiche riguardo all'Islam. Proprio da qui voglio partire per
esprimere il mio modesto pensiero.
Scriveva la Fallaci nel suo libro "La
rabbia e l'orgoglio": "...Sto parlando alle persone che pur
non essendo stupide o cattive, si cullano ancora nella prudenza e nel
dubbio. E a loro dico: sveglia, gente, sveglia! Intimiditi come siete
dalla paura d' andar contro corrente cioè d' apparire razzisti
(parola oltretutto impropria perché il discorso non è su una razza,
è su una religione), non capite o non volete capire che qui è in
atto una Crociata alla rovescia. Abituati come siete al doppio gioco,
accecati come siete dalla miopia, non capite o non volete capire che
qui è in atto una guerra di religione. Voluta e dichiarata da una
frangia di quella religione, forse, comunque una guerra di religione.
Una guerra che essi chiamano Jihad. Guerra Santa. Una guerra che non
mira alla conquista del nostro territorio, forse, ma che certamente
mira alla conquista delle nostre anime. Alla scomparsa della nostra
libertà e della nostra civiltà. All' annientamento del nostro modo
di vivere e di morire, del nostro modo di pregare o non pregare, del
nostro modo di mangiare e bere e vestirci e divertirci e
informarci...".
Affermazioni durissime che, in momenti
come questi, fanno breccia anche tra coloro che nella loro vita si
sono distinti per essere persone tolleranti, capaci di capire le
difficoltà e le ragioni degli altri.
Io credo che sul piano politico i Paesi
democratici debbano coordinarsi per metter in atto, il meglio della
propria intelligence e tutto quanto si rende necessario per fermare
questi criminali fanatici, ma sò anche che nella storia, la forza da
sola, non è mai stata sufficiente a fermare i crimini. Oggi, viste
le caratteristiche di queste cellule terroristiche, la forza da sola
rischia di allargare i conflitti tra i cittadini, aumentare l'odio e
rendere tutti più insicuri. Accanto alla forza, serve capire
il mondo che cambia, riprendere il dialogo con tutti gli uomini di
buona volontà, pretendere la condanna della violenza da parte di
tutte le grandi religioni e fare della libertà di pensiero e di
culto, il discrimine principale della convivenza.
Proprio questa mia convinzione mi ha
portato a condividere un passo importante della risposta che diede
allora Tiziano Terzani alla Fallaci. Scriveva Terzani:
"...L’orrore indicibile è
appena cominciato, ma è ancora possibile fermarlo facendo di questo
momento una grande occasione di ripensamento. E un momento anche di
enorme responsabilità perchè certe concitate parole, pronunciate
dalle lingue sciolte, servono solo a risvegliare i nostri
istinti più bassi, ad aizzare la bestia dell’odio che
dorme in ognuno di noi ed a provocare quella cecità delle passioni
che rende pensabile ogni misfatto e permette, a noi come ai nostri
nemici, il suicidarsi e l’uccidere. “Conquistare le passioni mi
pare di gran lunga più difficile che conquistare il mondo con la
forza delle armi. Ho ancora un difficile cammino dinanzi a me”,
scriveva nel 1925 quella bell’anima di Gandhi. Ed aggiungeva:
“Finché l’uomo non si metterà di sua volontà all’ultimo
posto fra le altre creature sulla terra, non ci sarà per lui alcuna
salvezza”.
E tu, Oriana, mettendoti al primo
posto di questa crociata contro tutti quelli che non sono come
te o che ti sono antipatici, credi davvero di offrirci salvezza? La
salvezza non è nella tua rabbia accalorata, né nella calcolata
campagna militare chiamata, tanto per rendercela più accettabile,
“Libertà duratura”. O tu pensi davvero che la violenza sia il
miglior modo per sconfiggere la violenza? Da che mondo è mondo non
c’è stata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre.
Non lo sarà nemmeno questa....".
Nelle ore drammatiche e difficili di
questi giorni, queste e non altre, sono le parole che devono guidare
i nostri comportamenti.
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