venerdì 14 marzo 2014

Quella sinistra che non crede ai suoi occhi

Mario Lavia 
Europa  

Tutti stupiti, spiazzati: pensavano davvero che Renzi fosse un reaganiano. Non avevano capito
Manca solo il plauso di Alexis Tsipras a completare le sfilza di laudatores delle proposte renziane che a sinistra già annovera Camusso, Fassina, Cuperlo, Vendola. Viene da stropicciarsi gli occhi, lì per lì. Però a pensarci un attimo, no.
Non qui a Europa che ieri abbiamo titolato «La sinistra stile Renzi: più soldi, meno spese». Adesso tutti scoprono che una dose di sano blairismo non fa a pugni con la migliore socialdemocrazia, per la buona ragione che obiettivo del primo e della seconda è redistribuire aggredendo l’elefantiasi statale, l’abnormità dei privilegi ad essa connessa, gli anacronismi di regole utili cinquant’anni fa quando le vacche erano grasse.
Tutti stupiti, spiazzati: pensavano davvero che Renzi fosse un reaganiano, fino a tre giorni fa si parlava di sciopero. Non avevano capito.
Comunque, va bene, ora c’è questa cosa positiva per il paese e i lavoratori. Può dunque essere un’occasione per ragionare un po’ meglio su questo leader nuovo che sta rimettendo con i piedi per terra la parola “sinistra”, che fino a poco tempo fa era considerata una parolaccia. È un’opportunità per tutte le anime serie della sinistra.
Certo, le parole non bastano più. Con uno stile che potrà non piacere a tutti, il presidente del consiglio ha preso un impegno e lo ha confermato ieri.
Bene. Ha dato la parola. Non potrà non mantenerla. Altrimenti il paese non gliela perdonerà, e ci arrabbieremmo anche noi, anzi, soprattutto noi.

Nessun commento:

Posta un commento