venerdì 4 settembre 2015

Soldi ai partiti, così il Pd si è mosso sul territorio.


Corriere della Sera 04/09/15
Virginia Piccolillo
Il Pd esulta per i cinque milioni e mezzo di euro ottenuti dai 549 mila finanziatori. I Cinquestelle rivendicano con orgoglio il loro «zero soldi pubblici». E gli altri partiti si mobilitano per scoprire quanto gli elettori hanno fatto sì che entrasse nelle loro casse, grazie al meccanismo della donazione del 2 per mille. La sorpresa, a sentire la maggioranza delle formazioni politiche, è stata positiva. Del resto il paragone è il flop dello scorso anno, quando, però, il provvedimento del governo Letta era appena entrato in vigore: il 21 febbraio del 2014. 
 Dati ufficiali il ministero dell’Economia non ne dà. Lo specchietto completo con la ripartizione dei 10 milioni di euro per partito verrà pubblicato a marzo. Comprensivo dei dati relativi alla raccolta delle donazioni contenute nei 730. Gli attuali sono solo le cifre relative alle dichiarazione dei redditi dei dipendenti. E potrebbero, è stato spiegato ai partiti, subire mutamenti perché il tetto di 10 milioni non potrà essere superato. Quindi, se le ulteriori donazioni lo oltrepasseranno, occorrerà fare una distribuzione in percentuale. 
 Per conoscere i dati, per ora, bisogna rivolgersi ai singoli partiti. Almeno a quelli che hanno già ricevuto il bonifico: Fratelli d’Italia ieri non aveva avuto ancora notizie. 
 Il partito di Renzi è in festa. Il suo vice nel Pd, Lorenzo Guerini dichiara: «Il fatto che oltre 500 mila cittadini abbiano scelto di destinare al Pd il loro 2 per mille dimostra che la politica che si occupa del futuro delle persone viene riconosciuta e premiata. Una risposta chiara e netta all’antipolitica». Il tesoriere Francesco Bonifazi è emozionato: «Fino a che non ho ricevuto il bonifico, tre giorni fa, non ci volevo credere». E aggiunge: «La nostra strategia? Abbiamo utilizzato molto le strutture del territorio che adesso riceveranno in cambio una quota dei fondi». Il risultato è il frutto di un lavoro a tappeto di passaparola, sms, newsletter, e sensibilizzazione dei militanti nelle sedi locali. «È una legge fatta a misura del Pd — accusa il tesoriere di Fratelli d’Italia, Marco Marsili — che ha una rete capillare di patronati, sindacati, e un radicamento forte sul territorio e quindi parte avvantaggiato». 
 Soddisfatti anche a Sel. Il tesoriere Franco Bonato rimarca: «Dai primi dati provvisori ci risulta che ci è stato assegnato il due per mille da un numero di sostenitori che è quasi un quinto di quelli del Pd. Un bel risultato. Certo, in un Paese dove i redditi dei primi 5 manager pesano quanto quelli di 15 mila operai questa è una legge che favorisce i partiti dei ricchi». Obiezione alla quale il Pd replica: «Nessuno tira fuori soldi, né i ricchi, né i poveri». 
 Il tesoriere di Ncd di Angelino Alfano, Paolo Alli, dice di aver tirato un sospiro di sollievo: «Noi non abbiamo avuto niente del residuo del finanziamento precedente. Dopo la nostra fuoruscita ha tenuto tutto Forza Italia. E avere avuto 150 mila euro è un grande risultato». Forza Italia per fornire i dati ufficiali aspetta il rientro della tesoriera Mariarosaria Rossi. 
 Orgogliosi dell’essere fuori i Cinquestelle. «Siamo contenti che Renzi esulti. Ma è un risultato che ci rattrista per le casse dello Stato. Noi non abbiamo voluto partecipare alla spartizione di soldi pubblici. Così come abbiamo rinunciato ai 42 milioni di rimborso elettorale che ci sarebbero spettati avendo avuto il 25% di voti».

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